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Eventi | 04 agosto 2025, 07:45

Bra balla al ritmo del Senegal in un viaggio tra musica, colori e sapori (FOTO)

Grande serata di festa il 2 agosto nel cortile della scuola E. Mosca, grazie all’ASBARL

La festa senegalese a Bra

La festa senegalese a Bra

L’Italia e l’Africa così lontane così vicine. Musica, cucina e cultura senegalese sono stati protagonisti a Bra nella serata di sabato 2 agosto, nel cortile della scuola Edoardo Mosca per una festa che ha messo al centro la gioia della condivisione.

È il canto libero di una città che sceglie di abbracciare una delle comunità straniere più numerose e ben radicate sul nostro territorio, di scardinare i pregiudizi e costruire ponti tra culture, storie e generazioni.

L’iniziativa, promossa dall’ASBARL (Associazione Senegalese Bra Alba Roero e Langhe), è stata un’opportunità di contaminazione culturale e sociale. In fondo, la convivialità è la forma più semplice di integrazione, da continuare a coltivare insieme a solidarietà, amicizia e rispetto.

Massiccia partecipazione di giovani, adulti e piccini, tutti vestiti in modo impeccabile, con il loro abito per le feste importanti. Grintose e vistose le donne, abbigliate in modo elegantissimo. Indossavano un “taille basse” o un “robe taille mame”, uno degli abiti tradizionali.

La manifestazione, introdotta dai saluti e dai ringraziamenti del presidente dell’ASBARL, Abdoul Aziz Mara, è stata onorata dalla presenza del sindaco di Bra, Gianni Fogliato, degli assessori Lucilla Ciravegna e Francesco Matera, del presidente dell’ASFO (Associazione Senegalesi Fossano) Mor Talla Ndour e del presidente di ANOLF Cuneo (Associazione Nazionale Oltre le Frontiere) Roger Davico.

Una maratona di interventi per un viaggio ideale tra due continenti. In tutti i discorsi parole di fratellanza e di collaborazione. Qualche bambino saltava vivacemente di qua e di là, i più piccoli presenziavano con i loro abitini colorati. Ma loro ascoltavano e basta, capiranno in futuro.

Quindi, la cena con piatti popolari senegalesi che valeva la pena assaporare, spaziando tra thiebou guinar, yassa, akara e fataya, da godere bevendo il ginger a base di zenzero o il bissap, drink molto dissetante ottenuto dall’infusione dei fiori essiccati di karkadè, che donano un colore rossastro al succo.

Momento atteso della serata è stata la sfilata di moda, che ha visto in passerella piccole e grandi modelle di innata eleganza, caratterizzate da abiti in tessuti tradizionali in omaggio all’artigianato del Senegal. Tutti stanno nel cortile dove di solito si gioca negli intervalli di scuola. Ma anche questa è scuola! Si balla e si canta a pieno ritmo con le ricche suggestioni dell'Africa.

E poi il gran concerto con l’energia del mbalax e del sabar dei Tambours Magiques du Ndiambour, un gruppo musicale guidato dal griot Ndama Seck, per un’esplosione sonora che ha fatto vibrare il pubblico fino a notte fonda. Ma che bravi!

IL SENEGAL IN TRE PAROLE

Un viaggio alla scoperta della musica tradizionale del Senegal in tre parole per entrare in contatto con i veri ritmi dell’Africa.

Mbalax

Mbalax, ovvero il ritmo del Senegal. È una musica che ti lancia sulla pista, particolarmente usata a matrimoni e battesimi. Attraverso lo mbalax la gente viene incitata alla danza: per esempio non di rado sono invitate a ballare tutte le donne che non vogliono che il proprio marito prenda una seconda moglie (la poligamia è molto diffusa in Senegal).

Il senso di questa musica nelle cerimonie è rimuovere il broncio dai volti e far sì che tutti ballino. Tra gli strumenti propri dello mbalax c’è la batteria sabar, formata da sette diversi componenti a percussione, ognuna delle quali è suonata da una persona diversa. Una in particolare ha il compito di dirigere e un’altra dà la base al ritmo. Un sabar forma quindi una piccola orchestra, dove ogni strumento ha il suo “potere”. È costruito intagliando del legno massiccio, poi ricoperto con pelle di capra, e ha la forma di un mortaio. Caratterizzano il sabar, che viene suonato con due mani di cui una tiene una bacchetta, i tasselli di legno ai lati che tengono tesa la pelle.

Sabar

Il sabar è nato nella regione del Sine Saloum, nel Senegal centrale, ed era inizialmente utilizzato per lo più durante gli incontri di lotta senegalese, nota anche come laamb e diffusa nel Paese dai sérèr, etnia dedita in origine principalmente alla coltivazione di miglio e mais. Quando nella stagione delle piogge si avevano i frutti del raccolto c’era la tradizione di organizzare dei tornei nei villaggi e ognuno portava i propri prodotti. I tornei permettevano di vincere i sacchi dei raccolti ed il trionfatore poteva accaparrarsi fino alla metà del montepremi totale. I griot suonavano il sabar durante i tornei, mentre alle donne era affidato il compito di cantare. 

La lotta tradizionale è tutt’oggi molto diffusa in Senegal, rappresentando così lo sport nazionale insieme ovviamente al calcio. Presente ancora oggi è la parte musicale, che ha il compito di incoraggiare e allo stesso tempo di proteggere i lottatori. Assistere a un torneo di lotta sfida i timpani più di un concerto vissuto a pochi centimetri da un amplificatore. I griot suonano ininterrottamente per tutta la durata della competizione ed è difficile scambiare una parola con qualcuno tanta è l’intensità della musica.

Griot

I griot sono un’antichissima classe, tipica dell’Africa occidentale, che da secoli si occupa di mantenere vive le tradizioni della propria regione e del proprio territorio. Anche se oggi i griot (conosciuti anche come Djali) sono considerati come delle sorti di “cantastorie”, il loro ruolo all’interno del patrimonio culturale africano ha una funzione ancora più centrale, in quanto, prima dell’avvento ufficiale della scrittura, erano le vere e proprie fonti del sapere locale.

A livello musicale i griot si contraddistinguono per l’uso di strumenti specifici come: il Kora, il Balafon, il Djembe o lo Xalam, spesso combinati insieme, e con delle parole in sottofondo raccontano di storie e leggende lontane. Un suono che ti trasporta dal primo all’ultimo riff.

Silvia Gullino

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