Lequio Tanaro, in occasione dei festeggiamenti patronali di San Michele Arcangelo, ha festeggiato lo scorso 28 settembre due tappe importanti per il paese: l’inaugurazione del “Viale dei bei pensieri” ad opera di Beppe Leardi e l’intitolazione di una via al dottor Annibale Isaia.

(Beppe Leardi al centro, ideatore del Viale dei bei pensieri)
Per l'occasione era presente l’amministrazione comunale del sindaco Giuseppe Trossarello e della vice Elide Bottero, accompagnata da molte autorità. Tra queste il vice presidente della Regione Piemonte Franco Graglia; il sindaco di Salmour e vice presidente dell’Unione del Fossanese Roberto Salvatore, il sindaco di Piozzo Sergio Lasagna, l’ex sindaco di Priocca ed ex senatore della Repubblica Marco Perosino, il comandante della Polizia dell’Unione del Fossanese Franco Bruno; i presidenti dell'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e della BAM (Banca Alpi Marittime) Giovanni Quaglia e Domenico Massimino.
Significativa la ricorrenza dello svelamento di via Annibale Isaia, in onore del ricordo del compianto medico e sindaco, scomparso all’età di 82 anni.

(L'inaugurazione di via Annibale Isaia)
Il dottor Annibale Isaia, nato a Narzole il 25 giugno 1916, si laureò in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Torino. Dopo un periodo di tirocinio all’ospedale Maria Vittoria di Torino e il servizio militare nel Corpo degli Alpini, dove fu tenente medico, ricoprì l’incarico ad interim di medico condotto a Lequio Tanaro dal 1 gennaio 1948. Si trasferì poi a Viola e successivamente a Monbasiglio, Lisio e Scagnello.
Nel gennaio 1954 tornò a Lequio, dove fu medico condotto e ufficiale sanitario sino al 1 dicembre 1966, per poi trasferirsi sempre come medico condotto e ufficiale a Trinità e poi nell’Ussl 62 di Fossano, fino al collocamento a riposo (1986). Fu sindaco del Comune di Lequio Tanaro, carica dalla quale si dimise, in quanto incompatibile, per ricoprire l’incarico di medico condotto nello stesso Comune e, sempre a Lequio, fu consigliere comunale fino al 1970. Morì a Trinità il 29 aprile 1998.
“A lei dottore Annibale va la gratitudine, ma soprattutto l’ammirazione per la professionalità e l’abnegazione con cui portò avanti il suo compito in condizioni non facili in quel periodo. – ricorda l’amministrazione comunale di Lequio - senza mai dimenticare che il paziente è una persona e non un numero, avendo sempre una parola, un sorriso, un gesto di attenzione”.
















