Dopo il successo della cena di presentazione della Guida Slow Wine 2026, iscrizioni aperte per la “Tombola alimentare” all’insegna del buon gusto, del divertimento e dell’impegno sociale, organizzata da Slow Food Bra.
L’appuntamento con la fortuna è lunedì 29 dicembre alle ore 20.30 presso il Polifunzionale G. Arpino di Bra (Largo della Resistenza, 15), pronto a trasformarsi in un paese dei balocchi, aspettando di passare dal terno alla quaterna, alla cinquina e... infine alla tombola.
Ormai è una consolidata tradizione alla quale si partecipa con entusiasmo, perché la tombola, momento di unione e di svago, è un vecchio gioco che vanta un sacco di appassionati.
Chi infatti non conosce la tombola? Chi non ha passato tanti momenti di divertimento insieme a famigliari e amici, nella speranza che la propria cartella fosse la prima ad essere completata?
Il montepremi vedrà in palio una macchina da caffè automatica e tanti altri premi gustosi per tutti, gentilmente offerti dai produttori del Mercato della Terra e dagli esercizi commerciali di Bra aderenti all’iniziativa.
Ma come sempre la principale importanza della manifestazione riguarda la beneficenza con il ricavato che sarà devoluto alle borse di studio dell’UNISG e alla costruzione di un pozzo per l’acqua nel villaggio di Ireda Boke, in Uganda.
Ingresso aperto a tutti, ma posti limitati, perciò affrettatevi e prenotate al numero 338/6403920 (Mauro Cortassa) o tramite mail mauro.cortassa.mil@tin.it, ricordandovi che durante la serata sarà possibile aderire a Slow Food o rinnovare la tessera. Ci si diverte e si fa del bene. Meglio di così!
Curiosità
La tombola con cui giochiamo oggi deriva dalla tombola napoletana e dal gioco del lotto. È nata nel 1734, circa tre secoli fa, per merito di una lite tra il re di Napoli Carlo III di Borbone e il frate domenicano Gregorio Maria Rocco.
All’epoca, il gioco d’azzardo del lotto era molto diffuso e la volontà del re era di renderlo legale per guadagnare, traendo beneficio dalle scommesse del popolo. Il frate era invece contrario, perché pensava che la legalizzazione avrebbe allontanato i fedeli dalla preghiera. Ebbe la meglio il re, ma dovette cedere al frate, concordando la sospensione del gioco nelle festività natalizie: i napoletani però non erano d’accordo e cominciarono a giocare di nascosto in casa in famiglia, proprio nelle festività.
Vennero così inventate le cartelle, mentre i 90 numeri del lotto vennero impressi in cilindri di legno e riposti in un cesto di vimini, il “tombolo”, in quanto la sua forma ricordava appunto il tombolo, uno strumento antico utilizzato per creare i merletti e i pizzi. E da lì prese il nome di “tombola”, continuando così la tradizione del gioco in famiglia.













