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Saluzzese | 16 ottobre 2014, 07:32

Orgoglio “marchionale”: folta partecipazione alla riapertura del Buco di Viso

Ieri mattina il taglio del nastro dopo i lavori di ripristino della galleria. Il progetto transfrontaliero è stato finanziato dalla Regione Piemonte per 271.000 euro.

Momento inaugurale sul versante francese della riapertura del Buco di Viso ( foto Fassino)

Momento inaugurale sul versante francese della riapertura del Buco di Viso ( foto Fassino)

Emozione e orgoglio “marchionale” , ieri mattina  per la riapertura del Buco di Viso.  Al taglio del nastro  sul versante italiano, è seguita la cerimonia sul lato francese, dopo l’attraversamento della galleria  da parte delle oltre cento persone  presenti all’evento, salite insieme ai 2.882 metri di altezza, lungo il vallone delle Traversette.

Due mesi e mezzo sono durati i lavori  di ripristino e di  messa in sicurezza del primo traforo italiano delle Alpi, 271.000 euro il costo complessivo dell'opera, finanziato dalla Regione Piemonte che ha completato così il percorso di valorizzazione e recupero della prima galleria di collegamento tra l'Italia e la Francia.

Alla  riapertura, accompagnata dal sole, hanno partecipato  autorità italiane e francesi: l’assessore regionale  alla montagna Alberto Valmaggia, il consigliere regionale Paolo Allemano, rappresentanti del Parco del Po e numerosi sindaci  del territorio. La riapertura è stata benedetta dal vescovo della diocesi Giuseppe Guerrini, salito a piedi con il gruppo di partecipanti e accompagnato da don  Dalmasso direttore della Caritas.

Una presenza  saluzzese significativa per onorare l’artefice della prima opera di ingegneria civile in alta montagna: il Marchese di Saluzzo Ludovico II, che nel 1480, fece  realizzare  il tunnel per facilitare il  commercio del sale con la vicina Francia,  garantendosi così un accesso al mare e  una rapida via  alla Provenza,  che evitava le gabelle imposte dal Ducato di Savoia (a nord) e dal Delfinato (a sud).  

Il Buco di Viso, lungo 75 metri consentiva il passaggio, nei due sensi di marcia, ai muli sul cui dorso era caricato il sale e divenne nel 1500  punto fondamentale di questa commercio: 5.300 olle di prodotto trasportate all’anno da 2650 muli, il significativo dato riportato dai fratelli Panzera nel Dvd “Le vie del sale”.

L’intervento di ripristino voluto dalla Regione Piemonte,  oltre a risolvere il  transito  attraverso la  galleria, mira a valorizzare  l’aspetto escursionistico  del traforo collegandolo  agli itinerari di interesse internazionale del "Tour del Monviso" e la "Via Alpina".  L'intervento maggiore è stato sul versante francese, a causa dell'accumulo di materiale roccioso all'ingresso che dà sulla Valle del Queyras. E’ stata realizzata una galleria artificiale in cemento armato che si prolunga  per 23,5 metri raccordandosi all'uscita del tunnel naturale dalla parte italiana. 

Vilma Brignone

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