Emozione e orgoglio “marchionale” , ieri mattina per la riapertura del Buco di Viso. Al taglio del nastro sul versante italiano, è seguita la cerimonia sul lato francese, dopo l’attraversamento della galleria da parte delle oltre cento persone presenti all’evento, salite insieme ai 2.882 metri di altezza, lungo il vallone delle Traversette.
Due mesi e mezzo sono durati i lavori di ripristino e di messa in sicurezza del primo traforo italiano delle Alpi, 271.000 euro il costo complessivo dell'opera, finanziato dalla Regione Piemonte che ha completato così il percorso di valorizzazione e recupero della prima galleria di collegamento tra l'Italia e la Francia.
Alla riapertura, accompagnata dal sole, hanno partecipato autorità italiane e francesi: l’assessore regionale alla montagna Alberto Valmaggia, il consigliere regionale Paolo Allemano, rappresentanti del Parco del Po e numerosi sindaci del territorio. La riapertura è stata benedetta dal vescovo della diocesi Giuseppe Guerrini, salito a piedi con il gruppo di partecipanti e accompagnato da don Dalmasso direttore della Caritas.
Una presenza saluzzese significativa per onorare l’artefice della prima opera di ingegneria civile in alta montagna: il Marchese di Saluzzo Ludovico II, che nel 1480, fece realizzare il tunnel per facilitare il commercio del sale con la vicina Francia, garantendosi così un accesso al mare e una rapida via alla Provenza, che evitava le gabelle imposte dal Ducato di Savoia (a nord) e dal Delfinato (a sud).
Il Buco di Viso, lungo 75 metri consentiva il passaggio, nei due sensi di marcia, ai muli sul cui dorso era caricato il sale e divenne nel 1500 punto fondamentale di questa commercio: 5.300 olle di prodotto trasportate all’anno da 2650 muli, il significativo dato riportato dai fratelli Panzera nel Dvd “Le vie del sale”.
L’intervento di ripristino voluto dalla Regione Piemonte, oltre a risolvere il transito attraverso la galleria, mira a valorizzare l’aspetto escursionistico del traforo collegandolo agli itinerari di interesse internazionale del "Tour del Monviso" e la "Via Alpina". L'intervento maggiore è stato sul versante francese, a causa dell'accumulo di materiale roccioso all'ingresso che dà sulla Valle del Queyras. E’ stata realizzata una galleria artificiale in cemento armato che si prolunga per 23,5 metri raccordandosi all'uscita del tunnel naturale dalla parte italiana.












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