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Attualità | 26 settembre 2018, 15:15

Dalla Regione una nuova legge sugli incendi boschivi: gli Aib coordineranno le operazioni di spegnimento

Novità anche in merito a divieti e sanzioni. Lo stato di massima pericolosità potrà essere dichiarato anche solo su determinate aree della regione. Previsti 3milioni di euro per il triennio 2018-2020 per la ricostruzione dei boschi danneggiati da incendio. Il coordinamento passa in mano agli Aib “in considerazione della “presenza capillare dei nuclei Aib sul territorio, oltre alla loro profonda conoscenza dello stesso”

Un volontario Aib al lavoro - Immagine di repertorio - Copyright Targatocn.it

Un volontario Aib al lavoro - Immagine di repertorio - Copyright Targatocn.it

Un anno fa circa – era fine ottobre del 2017 – il patrimonio boschivo della Granda veniva in larga parte distrutto da una lunga serie di incendi boschivi.

In quei giorni, erano state molteplici le segnalazioni a Vigili del fuoco e corpo Anti incendi boschivi per la presenza di focolai in più zone della nostra provincia.

Le situazioni più gravi si erano registrate al Fedio di Demonte, dove le fiamme avevano ripreso più volte vigoria, impegnando decine di uomini, e in Val Varaita, nella zona compresa tra Casteldelfino e Pontechianale.

Qui, fortunatamente, le fiamme non sono riuscite a lambire il bosco dell’Alevè, la più grande estensione di Pino Cembro d’Italia, altrimenti le conseguenze del rogo sarebbero davvero state catastrofiche.

11 mesi dopo, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato la nuova legge in materia di “prevenzione ed estinzione degli incendi boschivi”.

Una legge da tempo attesa – spiegano dalla Regione – considerando anche l’entrata in vigore della legge che prevede l’assorbimento del personale del Corpo Forestale dello Stato tra le file dell’Arma dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco”.

Sono quattro i motivi che hanno spinto l’Amministrazione regionale a pensare e varare le disposizioni.

In primis, una rivisitazione del sistema regionale di lotta agli incendi boschivi, “definendo i soggetti operanti in fase di coordinamento e in fase attiva nelle operazioni di spegnimento”. Poi, la necessità di introdurre “divieti e sanzioni in caso di abbruciamento nei periodi dell’anno con maggiore rischio di incendi boschivi, anche in risposta alle necessità di tutela della qualità dell’aria”, di definire “gli strumenti univoci di prevenzione e di spegnimento degli incendi boschivi” e “le modalità di ricostruzione boschiva delle aree colpite da incendio”.

La legge dispone l’attribuzione ai volontari del corpo Aib del Piemonte il compito di prevenzione degli incendi boschivi.

Non solo, però, perché ai volontari Anti incendi boschivi passa anche il ruolo di “coordinamento alle operazioni di spegnimento”. La decisione della Regione è stata assunta in considerazione della “presenza capillare dei nuclei Aib sul territorio, oltre alla loro profonda conoscenza dello stesso”, precisando come “il sistema regionale può inoltre contare sul supporto imprescindibile dei Carabinieri Forestali e dei Vigili del fuoco”.

Il decreto regionale, inoltre, prevede “il divieto di abbruciamento di materiale vegetale su tutto il territorio regionale nel periodo compreso tra il 1° novembre e il 31 marzo”, vale a dire nel lasso temporale quando è il rischio di incendi boschivi è molto elevato.

Saranno comunque previste specifiche deroghe. “Il divieto – continuano dalla Regione – servirà anche per tutelare la qualità dell’aria del Piemonte. Sono previste sanzioni da un minimo di 200 euro a un massimo di 2.000 euro”.

La misura individua anche gli strumenti di programmazione delle azioni a cui gli operatori devono fare riferimento durante le operazioni di spegnimento di incendi boschivi.

Lo stato di massima pericolosità di incendi boschivi potrà essere dichiarato anche solo su determinate aree della regione, senza per forza estenderlo a tutto il territorio regionale. Nel documento vengono definite nel dettaglio le funzioni della Sala operativa del Piemonte e le modalità di attivazione delle flotte aeree di spegnimento.

In concreto, viene introdotta la possibilità di concessione di contributi a enti pubblici o privati “indirizzati alla ricostruzione dei boschi danneggiati da incendio, in modo particolare nelle aree maggiormente soggette a pericoli per l’incolumità dei cittadini”, lavori che saranno coordinati dalle strutture regionali competenti in materia.

Su questo aspetto, l’Amministrazione reginale ha messo a disposizione 3milioni di euro annui sul triennio dal 2018 al 2020.

La nuova legge fornisce una risposta chiara ed omogenea su una materia prioritaria per la nostra regione – afferma l’Assessore regionale alla Protezione civile, Alberto Valmaggia –. I cambiamenti apportati a livello statale sul piano operativo, con l’assorbimento del personale del Corpo Forestale dello Stato tra le file dell’arma dei Carabinieri e dei Vigili del fuoco ha reso necessario rivedere l’intero sistema regionale di lotta agli incendi boschivi.

Rispondendo alla necessità di tutelare i piemontesi e il loro territorio, abbiamo inoltre fornito uno strumento in più per la tutela dell’ambiente e della qualità dell’aria, prevedendo infine importanti risorse e strumenti per la ricostruzione delle aree danneggiate”.

La nuova legge, in Consiglio regionale, è stata accolta favorevolmente anche dal Movimento 5 Stelle (“Finalmente una regia unica per far fronte agli incendi, approvate importanti proposte a 5 Stelle”).  

Nicolò Bertola

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