Fabrizio Biolè: "E staccare la spina al buco nero di Levaldigi?

Per una volta sono d'accordo con l'Amministratore Pepino: la cosiddetta "fumata grigia" sul futuro dell'Aeroporto di Levaldigi fa pensare ad un triste prolungamento di un "accanimento terapeutico". Devo dire che l'espressione non mi piace molto, ma rende bene l'idea. Non vorrei essere frainteso: è palese che la possibilità di avere uno scalo funzionale e sostenibile, anche dal punto di vista economico, sia da accogliere in modo trasversale, senza distinguo a livello ideologico o politico.

Peccato che con una proporzione di 1 aeroporto ogni 600mila abitanti, il nostro Paese abbia uno dei rapporti più alti in Europa. Peccato che lo scalo in questione rientri tra i così detti “piccoli”, ovvero fra quei trenta che, sommati tra loro, non portano neanche all'un per cento del totale di utenze annuali.   Peccato, infine, che con circa 2,5 milioni di esposizione e più di 1 milioni di debiti tributari si presenti una situazione a dir poco imbarazzante!

E' palese, dunque, che in una fase complessa e molto critica di tagli verso i trasporti pubblici locali su gomma e su ferrovia, continuare a ritenere prioritario spendere centinaia di migliaia di euro in una struttura che non è, per così dire, "decollata" in tutti questi anni - pur con l'ulteriore ingente investimento effettuato in occasione delle Olimpiadi Invernali di cinque anni fa -, diventa un tentativo prolungato di "accanimento terapeutico".

Le amministrazioni che si sono succedute a livello locale, provinciale o regionale non sono riuscite in questi ultimi 10 - 20 anni nel plasmare un nodo economicamente e funzionalmente strategico. I cittadini però oggi hanno bisogno di servizi più contingenti e urgenti, e non solo nel settore dei trasporti!

Fabrizio Biolé, vice-capogruppo regionale MoVimento 5 Stelle