Gent.mo Direttore,
mi permetto di scrivere con riferimento all'ottimo articolo apparso sul Vostro Quotidiano e relativo al resoconto della trasferta pubblica di Federitalia nella provincia di Cuneo sui temi attualissimi e a oggi irrisolti dell'anatocismo e delle vessazioni esattoriali, leggi Equitalia.
Nel servizio si parla di circa un centinaio di cittadini partecipanti al meeting, per lo più imprenditori, colpiti da ingiunzioni e raggiunti dalle famigerate cartelle. Se tale livello di adesioni si è raggiunto in una provincia storicamente pacata e riservata come la nostra, ciò significa che la cifra va elevata al quadrato, ossia moltiplicata per cento. Non è difficile immaginare, infatti, che a Cuneo sia venuta allo scoperto solo la punta di un iceberg assai più profondo, e che almeno una impresa attiva ogni sei nella Granda debba fare i conti con pretese esattoriali più o meno insostenibili. Di ciò immagino siano al corrente anche gli esponenti parlamentari espressione della nostra provincia, a oggi tutti appartenenti alla sempre più vasta schiera della maggioranza politica del governo Renzi (quel Renzi che tra il 2012 e il 2013 conquistò il popolo delle primarie Pd promettendo che avrebbe rottamato Equitalia "forte con i deboli e debole con i forti"; che fine ha fatto tale promessa), ma nessuno, tranne forse la Senatrice Patrizia Manassero, ha voluto rispondere a un mio quesito estivo sullo sconcertante parere ferragostano del Senato che voleva anzi rafforzare i poteri di Equitalia ai danni del contribuente.
Quello che mi chiedo è come mai un problema, quello esattoriale pubblico, dalla straordinaria dirompenza politica, sia stato lasciato lievitare fino a raggiungere le attuali abnormi dimensioni, che cominciano a svelarsi anche nella iper prudente Granda. Se anche qui il fortino crollerà, facendo scivolare la nostra provincia nel mare magnum delle cronache di contribuenti allo stremo, allora vorrà dire che sarà già troppo tardi per ogni tipo di soluzione politico istituzionale.
Il meeting cuneese di Federitalia pone a mio avviso una sfida contestuale all'associazionismo di categoria, chiamato a integrare i più tradizionali compiti di assistenza gestionale e di rappresentanza sindacale con funzioni sempre più incisive di tutela delle PMI in tutte le sedi politiche e legali contro irragionevoli pretese esattoriali.
Tempo fa, oramai un anno fa, proposi ai Sindaci delle Città più importanti della Granda di integrare i rispettivi Comitati e Organismi consultivi sui temi economici agli enti esattoriali, al fine di ricondurne le pretese a un quadro di ragionevolezza. Ritengo che tale proposta rimanga validissima, dato che la crisi resta incombente.
Senza però un impegno concreto dei nostri parlamentari, ogni risoluzione è destinata a legislazione vigente a incorrere in tempi lunghi o lunghissimi. Lo ripeto, la maggioranza governativa, di cui fa parte la TOTALITÀ dei parlamentari della provincia di Cuneo, ha i numeri per limitare le pretese di Equitalia e ristabilire la presunzione di innocenza in capo al cittadino contribuente. Mi appello anche al Viceministro On. Enrico Costa, che sabato prossimo organizzerà a Vicoforte un importante convegno con ministri e parlamentari annunciando la nascita di Noi Liberali con l'equità fiscale fra i primi punti, da quel che ho letto sulle agenzie apparse sul Vostro Quotidiano: benissimo, allora si rottamino i decreti Bersani-Visco-Tremonti che a Equitalia hanno conferito i poteri più illiberali che vi siano. Centinaia e centinaia di contribuenti cuneesi, decine di migliaia in Piemonte e Italia, usciranno da un tunnel senza fine.
Grazie dell'attenzione.
Alessandro Zorgniotti, giornalista













