“Bibendum, detto Bib, è sparito da Fossano. Dava aria ai pneumatici dei passanti. Tra poco rischia di sparire pure lo stabilimento di Fossano: dà di che vivere a 400 dipendenti, per non dire dell’indotto, e dei ridimensionamenti in altri centri Michelin non solo in Italia. L’appello a Bib è di tornare a casa. Sperando che il suo rientro coincida con il rientro della scellerata strategia di chiusura dello stabilimento” inizia con queste parole la descrizione di un progetto social nato per mantenere, anche grazie ad un po’ di ironia, l’attenzione sulla potenziale chiusura dello stabilimento fossanese della Michelin.
La vicenda ha inizio quando viene notato che un “Bibendum”, mascotte della Michelin che era a disposizione dei clienti di un autolavaggio nel parcheggio di un supermercato fossanese, era stato rimosso, scappato forse per la tristezza di veder scappare lo stabilimento dalla città. Da qui l’idea di lanciare l’hashtag #BibLostFossano affiancandolo a #Michelin da inserire per condividere fotografie di “avvistamenti” di Bib in giro per il mondo, utilizzando i mezzi che la tecnologia offre per creare immagini di Bib davanti a monumenti, a concerti o ad eventi.
È già partito il tamtam di condivisioni della pagina facebook https://www.facebook.com/BibLostFossano/timeline. “Basterà una foto, corredata dai due hashtag #BibLostFossano e #Michelin, da mettere su Facebook – si legge sul blog www.ignoranteconstile.com, il cui autore è tra gli ideatori del progetto, nell’articolo dedicato al lancio dell’iniziativa – e su Instagram, almeno pure dalla sede di Clermont-Ferrand potranno rendersi conto di quanto ci teniamo… Confidiamo in grafici, creativi, appassionati, fotografi, professionisti e amatori. Ma anche in chi opera nel settore dell’informazione, della comunicazione e dei media.”
L’obiettivo dell’iniziativa è duplice: utilizzare creatività ed ironia per diffondere anche tra chi non è coinvolto direttamente nella vicenda Michelin la gravità della situazione nella quale verserebbero le oltre 400 persone fossanesi il cui posto di lavoro è minacciato dall’intenzione di chiudere lo stabilimento annunciata nelle scorse settimane della multinazionale francese.
