/ Attualità

Che tempo fa

Attualità | 04 luglio 2016, 15:43

Confindustria Piemonte: fuoco di sbarramento su Franco Biraghi

L’impossibile corsa di un cuneese alla guida degli industriali piemontesi. Giovedì, con ogni probabilità, il novarese Fabio Ravanelli sarà eletto alla presidenza al posto di Gianfranco Carbonato

A sinistra: Franco Biraghi A destra: Fabio Ravanelli

A sinistra: Franco Biraghi A destra: Fabio Ravanelli

È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un cuneese riesca ad ottenere la guida degli industriali piemontesi.

A maggior ragione se l’imprenditore in questione fa parte del comparto agroalimentare, ritenuto evidentemente non ancora abbastanza strategico dai colleghi della “capitale”.

Ai torinesi, che pesano nella misura del 40% in seno al parlamentino industriale, spetta – quasi come al Palazzo di Vetro dell’Onu - una sorta di tacito diritto di veto. Può essere eletto sì un candidato presidente non torinese, ma solo se – per  motivi di veti incrociati o di contrapposizioni personali – non sia possibile attingerlo dalla nidiata metropolitana.

La presidenza di Confindustria Piemonte (quando ancora si chiamava Unione Industriali) per decenni era stata appannaggio della famiglia Agnelli, com’era logico che fosse dato il peso della Fiat.

Da quando gli eredi dell’Avvocato hanno progressivamente mollato la presa fino a chiamarsi fuori, la politica torinese ha cominciato ad avere un’ influenza sempre più marcata sulle scelte  associative del mondo imprenditoriale. A molti industriali vecchio stampo non è mai andata giù, ad esempio, un’ eccessiva contiguità col mondo bancario, in particolare quello delle Fondazioni.
Ma tant’è. Fassino e il suo “cerchio magico”, con spiccato senso di realpolitik, non hanno mai lesinato poltrone agli industriali torinesi – sarà pure in nome della competenza e della professionalità – a condizione che questi si mostrassero se non amici quanto meno non ostili.

Era facile prevedere che anche questa volta sarebbe scattato il veto nei confronti di un cuneese, a maggior ragione visto che il candidato era “Il Duro” Franco Biraghi (come i colleghi lo avevano definito quando aveva annunciato la sua intenzione di correre per la presidenza), uomo cui soltanto il termine “politica” (inteso nell’accezione partitica) suscita reazioni allergiche.
Biraghi era animato da buone intenzioni. Avrebbe voluto segnare un netto distinguo tra i ruoli politico-istituzionali e quelli di categoria e forse anche per questo è stato stoppato.

Una candidatura fuori dagli schemi che nemmeno più gli industriali possono permettersi. Il presidente di Confindustria Cuneo aveva chiesto qualche mese di riflessione, nella speranza di trovare ancora uno spiraglio, ma i tre saggi, Luigi Rossi di Montelera, Savino Rizzio e Mariella Enoc, hanno preferito procedere comunque.

Biraghi riproporrà la richiesta, ma verosimilmente con scarso successo.
Giovedì 7 giugno – salvo improbabili novità dell’ultima ora – si procederà dunque alla nomina del presidente chiamato a subentrare a Gianfranco Carbonato.
Si tratta del novarese Fabio Ravanelli, 46 anni, vicepresidente e amministratore delegato della Mirato Spa (prodotti cosmetici e per la cura della persona).

Giampaolo Testa

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium