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Al Direttore | 06 aprile 2018, 12:09

Carpini, olmi, faggi rossi... gli alberi di Boves fanno arrabbiare il sindaco Paoletti

Riceviamo e pubblichiamo dal sindaco di Boves Maurizio Paoletti

Carpini, olmi, faggi rossi... gli alberi di Boves fanno arrabbiare il sindaco Paoletti

Il sindaco di Boves ha inviato a tutti i giornali una precisazione/smentita rispetto ad quanto diffuso da alcuni organi di stampa locali in merito all'abbattimento di un grande olmo "nell’omonima piazza al centro di Boves”, in previsione di una sostituzione con un faggio rosso.

Il sindaco precisa: Il grande olmo nell’omonima piazza è stato abbattuto nel 1938 (80 anni or sono) ed aveva dimensioni che superavano i 10 metri di diametro. 

La storia locale racconta che fosse stato messo a dimora nel 1396 quando Boves passò sotto il dominio degli Acaia-Savoia e nel corso dei secoli assunse dimensioni tali da renderlo poi pericoloso per l’incolumità delle persone fino a quando il podestà De Bernardi ne ordinò l’abbattimento eseguito il 18 luglio del 1938.

Da allora tutti i tentativi di messa a dimora di un nuovo olmo fallirono a causa della malattia (grafiosi) proveniente dall’Asia e giunta in Italia nei primi anni 30 del secolo scorso, che colpiva e colpisce tuttora tali piante.  Verso la fine degli anni 60, l’espansione della malattia raggiunse l’apice e l’Italia vide la morte di centinaia di olmi di grandi dimensioni.

Per tali ragioni circa 20 anni fa l’allora Amministrazione comunale decise di mettere a dimora non più un olmo ma un carpino bianco. Anche tale pianta (che misurava qualche decina di centimetri di diametro) non ebbe miglior sorte per cui l’attuale Amministrazione ne ha deciso la sostituzione nell’ambito di un intervento di messa a dimora di piante sia nelle rotonde stradali (in corso in questi giorni) sia in piazza Italia (entro fine primavera) con la sistemazione sui due lati di filari di piante in luogo delle fioriere con la finalità di rendere sempre più verde la città e di recuperare l’aspetto tradizionale che la piazza aveva proprio nel secondo dopoguerra!

Nelle piazze e nelle rotonde saranno messi a dimora dei gelsi in ricordo di una delle attività principali dell’economia locale di fine 800 ed inizio 900 che vide la presenza di molte filande in città; i gelsi racconteranno alle nuove generazioni che questa città è cresciuta e vissuta grazie anche all’allevamento del baco da seta ed alla lavorazione del suo prodotto ma soprattutto dei sacrifici di tante persone che si sono dedicate a quell’attività lavorativa.

Per quanto riguarda invece la sostituzione del carpino in piazza, la BCC - Cassa Rurale ed Artigiana di Boves, in occasione dei 130 anni dalla sua fondazione che cade proprio quest’anno, ha deliberato di fare dono alla Città di un nuovo esemplare di pianta che sostituirà il carpino la cui scelta verrà fatta nei prossimi giorni in considerazione delle caratteristiche e dei suggerimenti di tecnici vivaisti al fine di restituire alla piazza il suo antico splendore.

Maurizio Paoletti

redazione

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