L’archistar Gianni Arnaudo si è raccontato nella conviviale Rotary Saluzzo all'Interno2, connotando la cuneesità d’origine di vulcanica e rivoluzionaria creatività.
Il percorso di designer di “opposizione” o di “contro designer” come lo ha definito il presidente del sodalizio saluzzese Luigi Musacchio, inizia da un banco di lavoro "classico” e in famiglia: dai restauri della cappella di San Giorgio nella parrocchiale di Villar, mausoleo dell’abate Giorgio Costanzia di Costigliole, realizzata nel 1467 – 1469 affrescata con la storia di San Giorgio da Pietro Pocapaglia da Saluzzo. Fu restaurata da suo padre l’architetto Albino Arnaudo, grazie al finanziamento del Rotary Cuneo.
Dissacrazione, ironia, fantasia, trasgressione diventano in seguito gli strumenti di lavoro di Arnaudo che si evidenziano fin dalle prime celebri opere i “Multipli” ideate tra il 1970 e 1975 nel famoso Studio 65 di cui è stato fra i primi e principali animatori.
Sono oggetti ironici ed eccentrici nei linguaggi e nelle forme, innovativi nelle funzioni d’uso. Sono gli antagonisti della produzione del design “razionalista” dominante del periodo e rappresentata dai grandi nomi dell’italian style.
Ecco allora nascere l’appendiabiti verde a forma di cactus, la chaise longue capitello, il divano a bocca, uno degli arredi più famosi, il avolo a forma di cubetto di porfido e altre installazioni d’arte. Arredi prodotti dalla Gufram piccola azienda di Nole Canavese, nata negli anni ’50, sensibile al nuovo.
Ben presto si affermarono sul piano internazionale diventando elementi iconici, collezionati ed esposti in molti musei del mondo. Dopo il 1975 Arnaudo, oggi docente presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, fonda un proprio studio professionale che ottiene successi e riconoscimenti internazionali. L’elenco è lunghissimo da riportare.
Sintesi di tutti gli elementi della Pop art è il quadro “Dèjeuner sur l’arbre”, suggerisce l’archistar, opera che introduce un oggetto del reale ( il tavolo Déjeuner sur l’Arbre (2007) nel noto quadro di Manet, rinnovando con ironia l’intento dissacratorio del maestro impressionista. Sia il quadro, sia il tavolo Déjeuner sur l’arbre sono stati acquisiti nelle collezioni permanenti del Centre Pompidou, del Vitra Design Museum di Basilea e della GAM di Torino.
Per l’influenza dell’opera svolta, nel 2006 con la Mostra “BigBang” del Centre Pompidou la figura di Gianni Arnaudo è stata collocata fra le personalità che hanno caratterizzato le svolte più significative in campo artistico nel XX secolo.
Facendo un salto di scala, la cifra stilistica creativa di Arnaudo si fa riconoscere anche nell’architettura del vino in cui emerge, insieme all’ interesse per ricerca e sperimentazione, quello per il rapporto con il contesto sociale e territoriale.
Il suo progetto della cantina “L’Astemia Pentita” a Barolo (per la prima volta alla XIII Biennale di Architettura di Venezia) è diventato il primo esempio di cantina Pop. Sono due parallelepipedi che segnano il paesaggio delle Langhe, come due enormi cassette di vino.
Il tratto di Arnaudo è ben leggibile anche nello stabilimento Maina Spa di Fossano “Un grande e festoso nastro rosso che con uno sguardo zoom abbraccia il luogo della produzione di un dolce italiano leggendario”.
Al Vitra Design Museum di Basilea, lo scorso anno, nella rassegna internazionale “Night Fever" dedicata al mondo delle discoteche che dagli anni ’60 segnarono cultura, musica e società, il Flash Back ed il Paolina B firmate da Arnaudo, mitiche sale di Borgo San Dalmazzo, che molti ricordano, sono entrate nella storia insieme alle opere di Keith Haring, Andy Warhol, Philippe Starck e Rem Koolhaas.
Dal balzo in alto delle discoteche della Granda, all’aeroporto di Cuneo Levaldigi: sempre con la stessa firma.
Tra le tante collaborazioni dell’architetto che è stato presidente nel settembre del 2012 del primo Festival dell’Architettura di Cannes, quelle con Fontanarte, Poltrona Frau, Gufram, Slide, Olivari, Ferrero Legno, Lualdi e Bertolotto Porte.
Alla conviviale hanno partecipato anche un gruppo di giovanissime del Rotarac, nato poco più di un anno fa, in seno al Rotary Saluzzo, su sfida lanciata dal Distretto. Tra le iniziative al varo, ha annunciato la referente del Progetto Scambio Giovani, Alessandra Tugnoli, la sperimentazione dello scambio culturale tra giovani, non della durata di un anno scolastico intero, ma della sola estate.
















