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Attualità | 19 aprile 2020, 19:33

La quotidianità al tempo del Covid-19: Gimme Five! Mamma Cristina e la gestione di 5 figli in quarantena

Tra lavoro e videolezioni è un po’ come gestire una pluriclasse, ma si riscopre il valore dello stare insieme

La quotidianità al tempo del Covid-19: Gimme Five! Mamma Cristina e la gestione di 5 figli in quarantena

Cristina è una giovane mamma di Trinità: un lavoro alla bottega Colibrì di Fossano, un marito, Andrea, apicultore e massaggiatore e… 5 figli di età diverse.

Una colorata e allegra carovana guidata da Chiara Luce, 13 anni, studentessa di 2° media seguita da Michele, 10 anni, in 5° elementare, Marianna, 8 anni, in 3°, Teresa, 6 anni, in 1° e dal piccolo Giacomo, 3 anni appena compiuti, il cocco di casa e l’intrattenitore della famiglia in queste lunghe settimane.

“La nostra quarantena finora ha avuto due fasi diverse. Per le prime settimane, e ringrazio tantissimo per questo, ho avuto la fortuna di godermi i bambini. Sono rimasta a casa dal lavoro le prime tre settimane, quando non era ancora tutto così schematizzato con le lezioni di scuola come ora e me li sono proprio goduta. Col fatto che la data di riapertura delle scuole slittava poco alla volta, i primi giorni sono stati un po’ come una vacanza. È stato difficile poi prendere consapevolezza del fatto che non lo fosse”.

In queste prime settimane Chiara Luce ha compiuto 13 anni e Giacomo 3: “Quello di Giacomo è forse stato il più bel compleanno che si potesse avere. In un periodo in cui non si potevano acquistare regali tutta la famiglia si è attivata. Papà Andrea ha fatto il falegname e ha costruito una cucina giocattolo, per fortuna il suo lavoro di apicoltore lo porta a intendersi di falegnameria. Io e i ragazzi abbiamo preparato le presine e tutto l’occorrente per giocare con la cucina, il suo grande desiderio”.

Con il trascorrere dei giorni Cristina è tornata al lavoro, la bottega ha riaperto al mattino e lei e Andrea hanno iniziato a fare i turni: “Anche se ci mancano tantissimo, non vogliamo mettere a rischio i nonni coinvolgendoli nella cura dei bambini. Di solito sono loro che si occupano dei nostri figli quando sono a casa da scuola, ma in questo periodo non si può. Questo periodo è il peggiore in apicoltura, il più intenso. Capita che Andrea si alzi alle 3 e vada dalle api, rientra a casa alle 8 e si occupa dei ragazzi, poi io torno a casa all’ora di pranzo e lui torna al lavoro e rientra verso le 22. E’ molto faticoso!”

Con i bambini hanno però avviato un regime di lavoro ritmato, proprio perché non è una vacanza: “Certo al mattino si alzano un po’ dopo e la sera possiamo concederci un film tutti insieme senza dover andare a nanna prestissimo, ma di mattina, verso le 9.30 al massimo, sono tutti sui libri. In questo modo al pomeriggio restano le attività più leggere e tanti giochi insieme”.

Un’attività scolastica faticosa, ma anche la riscoperta del valore dello stare insieme: “Credo che i miei figli siano fortunati. Ognuno di loro ha altre 6 persone con cui relazionarsi. Io sono figlia unica e spesso mi sono interrogata su come sarebbe stato per me alla loro età. Penso molto al concetto di clausura che conosco bene perché mia cognata è monaca benedettina”.

La quotidianità si trasforma giorno dopo giorno con i bambini che apprezzano il tempo da trascorrere insieme, creando nuove alleanze, inventando un modo nuovo di trascorrere il tempo giocando, studiando e cucinando.

“L’altro giorno Chiara Luce ha chiesto a suo papà di poter fare l’insalata di riso: ha organizzato i suoi fratelli: chi snocciolava le olive, chi lavava il riso lessato, chi sbriciolava le uova sode e per pranzo abbiamo mangiato tutti il risultato del loro lavoro. Oggi, invece, volevamo fare le foto di classe, anche se a distanza, e Chiara Luce, che da sempre ha il pallino per le acconciature, ha pettinato le sue sorelle. Teresa, poi, l’altra sera ha visto suo papà che, dopo aver cenato solo dopo essere rientrato tardi dal lavoro stava lavando il piatto in cui aveva mangiato. Si è alzata dal divano senza che nessuno le dicesse niente ed è andata ad asciugare il piatto”.

Una conquista non immediata: “A volte dobbiamo riprenderli e ricordargli quello che devono fare, ma vedono i nostri sacrifici e sono abituati ad aiutarsi l’un l’altro e ad aiutare noi”.

Ovviamente ci sono tante difficoltà in un periodo come questo: “I bimbi hanno retto molto bene l’urto, ma adesso sta diventando pesante. Sono bambini abituati a fare molto sport. Le società alle quali sono iscritti, il Baseball Fossano, la Pallavolo Fossano, l’hip hop di Jenny e la danza classica del Centro coreografico S. Chiara di Bene Vagienna, sono state carinissime nel mantenere i contatti con loro, ma di fatto manca l’attività fisica. Oggi Chiara Luce ha ammesso che all’inizio era contenta, ma ora le manca la scuola. Invece per Michele resta il più bel momento della sua vita perché non abbiamo mai visto tanti film tutti insieme. Nonostante tutto sono settimane belle!”.

Cristina è grata alle moltissime maestre per come stanno gestendo il rapporto con i ragazzi, ma: “credo che questa situazione non possa andare avanti per sempre. Credo che sia un errore considerare questo momento di emergenza come equivalente alla scuola. Di fatto molto resta in carico alle famiglie. Per ottima che sia la spiegazione attraverso il monitor, ci sono cose che richiedono di avere una persona accanto, un argomento da rispiegare. Sono tanti i genitori che in questo momento devono gestire una pluriclasse. Per quanto i nostri figli siano bravi a scuola e autonomi, Andrea dedica interamente la mattinata alla loro scuola. Oltre alla scuola, poi bisogna gestire le faccende domestiche. Forse sarebbe più facile se uno dei avesse un lavoro che si può svolgere da casa, perché potrebbe provare a organizzarlo in alcuni momenti della giornata più tranquilli come la nanna di Giacomo o il momento televisione”.

Come sta accadendo in molte cittadine, anche per la famiglia Diale è iniziata l’organizzazione con il vicinato: “Ci siamo messi d’accordo con i vicini per scendere in cortile a turno. Questa settimana siano scesi due volte. Provo molta comprensione per chi non ha uno sguardo all’aperto”.

Cristina è consapevole che non tutte le quarantene siano uguali, che non tutti abbiano le stesse possibilità, gli stessi spazi : “Chi non ha potuto fermarsi secondo me è un eroe”.

E la ripartenza? “Non mi spaventa esageratamente il futuro.Gli ultimi 7 anni di lavoro con le api ci hanno insegnato la resilienza. Credo che da questo brutto periodo avranno più chance di uscirne gli intraprendenti e chi ha fantasia e creatività. Chiaro ci sono settori nei quali non basterà la voglia di riscrivere il futuro, ma credo che ce la faremo. Chi, come noi, vive della natura, o acquisisce resilienza o soccombe. In natura spesso le cose vanno al contrario di come ci si aspetta e bisogna affrontare le situazioni come vengono. Credo che sia per questo che, tutto sommato, questo per noi non è un brutto periodo. Siamo abituati a trovare delle soluzioni a quello che la natura ci impone e ad assorbire urti. Spero che per questo motivo ne usciremo con le ossa meno rotte”.

In attesa della fine della quarantena, intanto, a casa Diale si legge tanto, soprattutto Harry Potter, si cucina insieme e si guardano tanti film raccogliendo le energie per le prossime sfide e attendendo il giorno più bello: “quello in cui riabbracceremo i nonni”.

Agata Pagani

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