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Cuneo e valli | 29 aprile 2020, 09:04

"Presidente del Consiglio, la supplico, permetta all'Italia di ripartire"

Pubblichiamo la lettera di Alberto, parrucchiere di Cuneo

Foto di Tommy Baraby - Unsplash

Foto di Tommy Baraby - Unsplash

Alberto, titolare del salone a Cuneo “StilePro-progetti di taglio”, ha inviato alla nostra redazione questa lettera su alcune considerazioni - indirizzate direttamente al Premier - sul decreto ministeriale che etrerà in vigore da lunedì 4 maggio

Al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte:

Egregio Presidente del Consiglio
,
posso solo immaginare la quantità di difficoltà che si trova a dover affrontare in questo momento.

Ma non sono così convinto che a sua volta saprà immaginare cosa significa per un parrucchiere dover attendere OLTRE TRE MESI prima di riaprire la propria attività (insieme a noi ovviamente ci sono anche altre categorie es. estetiste, bar, ristoranti, pizzerie,...)

Mi permetta, il mio è tutto fuorché egoismo di parte.
LA MIA È UNA SUPPLICA.

Non mi metto a discutere le origini delle sue scelte, anche se a mio avviso è evidente quanto siano illogiche, incomprensibili, inaccettabili.

Accetteremo le disposizioni, tutto ciò che ci chiederete di fare…
ma una cosa, proprio non ce la deve chiedere, presidente.

Perché lei ci sta chiedendo di chiudere, ma non di tenere chiuso,
bensì di CHIUDERE PER SEMPRE le nostre attività,  
Perché lei ci sta chiudendo di “chiudere” per sempre UN SOGNO,
che in sostanza è quello di lavorare, ed è anche un nostro diritto!

E attenzione, deve essere chiaro:
SE LO STATO PREVEDESSE AIUTI CONCRETI, NON SAREI NEMMENO QUI A SCRIVERLE!
Ma la situazione la conosciamo, e ahimè possiamo constatarla nei giorni che seguono ai suoi messaggi.

Si rende conto che per molte imprese 600 euro servono per coprire spese di pochi giorni?
A me personalmente, degli aiuti dello stato, non è ancora arrivato nulla, NIENTE DI NIENTE, neanche un euro.
Le spese del negozio? Anche se chiuso sembra impossibile quanto costi.
Inoltre, a che serve dilazionare i costi e l’IVA, quando l’incasso non c’è stato e l’IVA o pari a zero?!

Io penso e spero che non chiuderò a fine pandemia ma altre migliaia di attività sì, di conseguenza meno incassi dalle tasse e iva per lo Stato, di conseguenza più tasse e iva per tutti, tutti i cittadini italiani.
Per le attività che dovranno chiudere o per i dipendenti licenziati, quella frase che il governo ha dichiarato il 12 Marzo 2020,
“nessun cittadino perderà il posto di lavoro”, sarà solo più un lontano ricordo.  ⬇️

https://www.google.it/amp/s/www.lastampa.it/economia/2020/03/12/news/il-governo-nessuno-perdera-il-lavoro-per-il-coronavirus-1.38583361/amp/

Perché quindi attendere giugno?
Perché?!

Le chiedo di restituire dignità ad un mestiere e a chi le chiede solo di poterlo svolgere, al più presto, nel pieno rispetto delle sue disposizioni.

Perché non si può distruggere in un trimestre ciò che è stato creato, spesso, con anni e anni di impegno, di passione, di dedizione.

Serve coraggio.
Serve che ci faccia riaprire prima di giugno.

Serve ridare speranza, forza, cuore, a chi merita un suo segnale concreto!

SERVE RIAPRIRE.
Nel rispetto delle regole e delle persone che certamente le sapranno rispettare.

Serve generare fiducia, prima che venga smarrita per sempre…
Con tutti i rischi che ciò potrebbe comportare e che si spinge ben oltre il coronavirus.

Saluti e baci, a un metro di distanza


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