Angeli custodi. Non ci sono altri termini per definire i medici e gli infermieri del Regina Margherita, partiti per la seconda volta in poche settimana alla volta di Iasi per andare a prendere bambini gravemente malati e impossibilitati ad avere un’assistenza, per curarli nell’ospedale infantile torinese.
A dirigere la squadra Franca Fagioli, direttrice del reparto di Oncologia Pediatrica del Regina Margherita. Al suo fianco Simona Italiano, anestesia rianimatore; Loredana Sergi, infermiera pediatrica; Silvia Vigna, infermiera; Sebastian Asaftei, oncologo. “Abbiamo farmaci di prima necessità e strumentazione per rianimare i pazienti anche in volo”, racconta la dottoressa. L’equipe è pronta a fornire un’assistenza immediata in caso di necessità, dal momento che le condizioni dei bambini potrebbero destare sin da subito preoccupazione.
Di certo, il passaggio successivo non sarà meno complesso. Anzi. “Quando arriveremo in ospedale dovremo valutare le condizioni dei bimbi e capire a che sono dal punto di vista dell’iter terapeutico. Avremo qualche giorno di tempo per stabilire esattamente di che tipo di malattie sono affetti e per riprendere le terapie”, spiega Fagioli. Quella degli angeli custodi è una corsa contro il tempo, in cui è vietato perdere anche un minuto.
L’assistenza dei bimbi e delle loro famiglie non si esaurisce però con le cure. “È un meccanismo globale, non solo medico infermieristico”. “C’è una presa in carico dal punto di vista psicologico, è previsto l’intervento delle mediatrici culturali”, afferma la direttrice. La complessità è poi data dalla doppia croce portata dai bimbi, che non solo sono affetti da tumori o gravi malattie, ma scappano anche dalla guerra e sono lontani da parte della loro famiglia.
“In tanti anni di lavoro - ribadisce Fagioli - non ho mai visto una situazione simile. Le prime famiglie che abbiamo ricevuto sono arrivate con nulla: sacchetti di plastica con dentro pochi effetti personali”. “Molti dei bambini che curiamo hanno la fatto chemioterapia in vene periferiche, non erano abituati a essere sedati per procedure dolorose: non eravamo pronti a questo”, conclude, mentre guarda fuori dal finestrino.
Iasi ora è più vicina. I bimbi potranno essere assistiti, curati e non verranno più lasciati soli. Da oggi il loro destino è nelle mani di medici e infermieri torinesi, li angeli del Regina Margherita.













