Gentile Direttore,
un importante giornalista cittadino ha commentato, pochi giorni prima delle elezioni che hanno confermato il centrosinistra alla guida della città con la fondamentale novità della elezione di un sindaco donna, dicendo che "Cuneo non è una città ambiziosa". Il dibattito pubblico delle ultime settimane non smentisce questa affermazione: sono stati inutili tutti i tentativi di Patrizia Manassero di coniugare la quotidianità con un ragionamento sul futuro. Prigionieri del presente, gli altri candidati sindaci hanno continuato a parlare alla pancia dei cittadini piuttosto che alla mente.
“Prigionieri del presente” è il titolo di un saggio, recentemente pubblicato da Einaudi, autori il presidente del Censis Giuseppe de Rita e Antonio Galdo. Il politico prigioniero del presente non progetta il futuro e non ha memoria del passato, cova rancori e paure, al progetto sostituisce l’annuncio, alle passioni le emozioni.
Eppure Cuneo è l’unica città del Piemonte, insieme a Torino, a essersi dotata di due piani strategici che hanno guidato l’amministrazione nel disegnarne il futuro e nello scegliere quali finanziamenti richiedere. Non si ottengono, senza l’ambizione di essere una città e non un grande paese, 71 milioni di euro nella prima fase di attuazione del PNRR. L’applicazione del puro concetto di continuità non ci avrebbe portato a chiedere al più giovane e innovativo dei progettisti a livello internazionale, Carlo Ratti, di collaborare con gli uffici del Comune e con noi amministratori alla redazione del piano integrato per la qualità dell’abitare (PINQUA), finanziato con 26 milioni di euro.
Eppure, nel dibattito pubblico pre elettorale, di questo salvo il centro sinistra nessuno ha ritenuto di discuterne, e di far emergere qualche pensiero alto sul futuro della città. I cittadini si sono accorti di quanto sia cambiato il capoluogo di provincia in questi ultimi vent’anni. Il problema è delle classi dirigenti: se il la discussione si accende solo sull’improponibile e improbabile questione se sia più forte la nostra città 'capoluogo delle valli' o Alba 'capitale delle Langhe'. Sinceramente :”chissenefrega”.
Il piano strategico “Cuneo 2030”, concluso dopo lungo lavoro negli ultimi mesi prima delle elezioni, propone attraverso l’applicazione delll'agenda delle Nazioni Unite del 2015 per la sostenibilità ambientale, economica e sociale, un cambio di paradigma e di modello di sviluppo reso indispensabile dai cambiamenti negli ultimi decenni. 'Sostenibilità' è la parola che traccia la rotta.
Come scrive Seneca nelle "lettere a Lucilio": "Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare (Ignoranti quem portum petat nullus suus ventus est)". A noi ciò che manca è la capacità di narrare la visione di città che stiamo cercando di portare ad attuazione. Non si tratta di fare propaganda ma di raccontare in modo semplice e non banale ciò che vorremmo fosse il futuro, uscendo dalla prigionia del presente.
Grazie,
Mauro Mantelli - assessore uscente a pianificazione strategica e alla rigenerazione urbana