Torna a Saluzzo Luca Gibello. Tema della sera dal titolo “La Montagna Addomesticata” saranno le vie ferrate, nella rassegna "Montagne di sera" del Cai Monviso.
Questa volta, Luca Gibello venerdì 22 novembre alle 21 al Quartiere ( pisazza Montebello 1 ) presenterà una ricostruzione ragionata, attraverso un excursus storico, del fenomeno della nascita, dell’affermazione e dell’evoluzione delle vie ferrate su tutto l’arco alpino internazionale, fino ai giorni nostri. La vicenda passa attraverso casi emblematici che si sono succeduti nel tempo, che hanno chiare connessioni con le più generali culture della montagna e il mutare, nel tempo, dei modi di frequentare la montagna stessa: dall’esplorazione delle terre alte e l’affermazione dell’alpinismo, all’infrastrutturazione dovuta alle vicende belliche; dalle pratiche di massa, ai parchi a tema caratterizzati dallo stimolo dell’adrenalina.
Una appassionata indagine del rapporto tra uomo e terre alte che sarà accompagnata da immagini e riflessioni sull’evoluzione del paesaggio alpino.
Luca Gibello (Biella, 1970) è un grandissimo amante della montagna in ogni stagione e ad ogni altitudine.
Luca, infatti, fa parte del “Club4000” ed è un finischer!
Ma Luca è anche altro.
Luca Gibello (Biella, 1970), presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino si laurea nel 1996 e consegue nel 2001 il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica. Negli ultimi anni si è occupato, con sempre maggior interesse e livello di approfondimento, del tema dell'architettura alpina, indagando i rapporti tra territorio, insediamenti storici, modalità di infrastrutturazione legati alla frequentazione di massa e nuovi linguaggi e approcci del costruire in montagna. Tra i fondatori de “Il Giornale dell’Architettura”, dal 2004 è caporedattore e dal 2015 direttore. Pubblicista, è autore di numerosi articoli, saggi critici e storici per varie riviste e pubblicazioni collettanee. È membro di giurie di concorsi e premi di architettura. Partecipa a conferenze come relatore o moderatore e collabora occasionalmente come referente scientifico con TSM-STEP, Scuola trentina del paesaggio.
Con Cantieri d'alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi (2011, seconda edizione aggiornata nel 2017; tradotto in francese e tedesco a cura del Club Alpino Svizzero nel 2014), primo studio sistematico sul tema, unisce l'interesse per la storia dell'architettura con la passione da sempre coltivata verso l’alpinismo (ha salito tutte le 82 vette delle Alpi sopra i 4000 metri, e oltre 180 vette sopra i 3000 metri). In tale filone di ricerca hanno fatto seguito Rifugiarsi tra le vette. Capanne e bivacchi in Valle d'Aosta dai pionieri dell'alpinismo a oggi (con Roberto Dini e Stefano Girodo, 2016), Progettare al limite. I rifugi alpini di G Studio (2017), Rifugi e bivacchi. Gli imperdibili delle Alpi (con Roberto Dini e Stefano Girodo, 2018), Andar per rifugi (con Roberto Dini e Stefano Girodo, 2020) e La montagna addomesticata. Per una storia culturale delle vie attrezzate e ferrate (con Skye Sturm, 2023).
Dal 2023 cura la rubrica “Abitare il paesaggio” dedicata alle architetture e insediamenti sulle montagne italiane, all'interno della rivista del Club Alpino Italiano.
Nel 2012 fonda e da allora presiede l'associazione culturale Cantieri d'alta quota (cantieridaltaquota.eu), con l’obiettivo di incentivare la ricerca, divulgazione e condivisione delle informazioni storiche, progettuali, geografiche, sociali ed economiche sulla realtà dei punti d’appoggio in alta montagna, luoghi «estremi» per eccellenza.