Sono trascorsi tre anni dalla siccità record che colpì il Piemonte, il Cuneese e in particolare alcuni paesi montani le cui sorgenti non coprivano il fabbisogno di acqua. Una situazione che non si verificava da 70 anni. Addirittura vi furono casi limite come quello di Gaiola, in valle Stura, in cui le scorte terminarono lasciando il paese senza acqua per molte ore. Una situazione inaspettata che venne gestita in emergenza con il rifornimento attraverso autocisterne che svuotavano litri e litri nelle vasche vuote delle sorgenti. Viaggi che si rincorrevano, in attesa delle piogge che avrebbero risollevato le sorti.
Gli anni successivi si è assistito a primavere ed inizi estate particolarmente piovosi, azzerando il rischio siccità. Oggi la criticità di restare senza acqua pare lontana, ma l'instabilità meteo e le flotte di turisti presenti per l'estate nelle borgate alpine potrebbero riportarla tra qualche settimana. La violenza dei temporali degli ultimi tempi, inoltre, non favorisce l'assorbimento di tutta l'acqua che scende e quindi nemmeno le sue scorte, una situazione che chi è addetto ai lavori conosce bene.
Livio Quaranta, presidente di Acda (Azienda Cuneese Dell’Acqua S.p.A), partecipata per il servizio idrico integrato da 109 Comuni dell’arco montano e pedemontano cuneese, dalla Valle Tanaro alle Valli Varaita e Po, spiega: “Non c'è abbondanza, ma per ora nemmeno una situazione di crisi. Nelle borgate alpine il turismo incide sui consumi ed è difficile fare previsioni. In ogni caso, invito a un consumo ragionevole evitando sprechi. Diverso è per i grandi acquedotti, monitorati in modo puntuale, su cui non incombe alcuna ombra di rischio - conclude”.
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giovedì 11 dicembre
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