La forza dei piccoli borghi. Posti bellissimi che non hanno bisogno di gridare per farsi notare: sono lì, in silenzio, ad aspettare.
Siete mai stati a Perletto? Già il nome promette bene, dal latino Perlaetum (chiamato così in un documento del 991): paese ridente e lieto.
Ci troviamo in un borgo di neanche 300 anime che sorge sulla destra del fiume Bormida a nord di Cortemilia, a 35 Km da Alba, Acqui Terme e Cairo Montenotte, nel centro delle Langhe, una terra dove la natura e la storia s’intrecciano in un equilibrio perfetto.
Il biglietto da visita già vale il viaggio (Google Maps dice un’ora e due minuti, partendo da Bra). Qui il tempo sembra scorrere con un ritmo diverso, scandito dalla brezza leggera e dal profilo dolce delle colline che lo incorniciano.
Bello è bello, ci sono le stradine strette, la piazza e il centro storico caratterizzato da diversi elementi artistici. Ad esempio la pietra di Langa, materiale presente nelle nuove ed antiche costruzioni che simboleggiava in passato la povertà architettonica e che oggi è invece diventato sinonimo di tolleranza e di rispetto per l’ambiente.
La torre medievale
L’attrazione principale è senza dubbio la torre medievale del XIII secolo, una delle più belle costruzioni che si possano ammirare nelle Langhe. Unica vestigia della scomparsa fortificazione del borgo, è costruita a forma quadrata e in conci di pietra regolari, sormontata dalla gigantesca statua della Madonna aggiunta alla capanna di sbarco negli anni ‘60 del ‘900. Nelle forme e nelle proporzioni ricorda quella di Murazzano, anche se il passo di ronda sulle caditoie è diverso. Qui le caditoie (6 per lato) sono infatti chiuse su ogni angolo da una pietra a 45°. Interamente in pietra da taglio, svetta al centro del paese, accanto all’attuale palazzo della Piccola opera Regina Apostolorum (un ente di assistenza per religiosi) che sorge sull’antico castello, ma senza più condividerne l’architettura.
La torre è larga poco meno di 6 metri ed è alta 36 metri, con pochissime aperture: un solo lato ha due finestre mentre in tutti gli altri ci sono strette feritoie. L’ingresso è a terra (probabilmente aggiunto in un secondo tempo), all’interno una curiosità unica: la torre ha un forno e un camino, segno di cambi di funzionalità nel corso del tempo.
Un’altra ipotesi anche più affascinante immagina che il sedime del paese si sia rialzato nel corso di successive distruzioni e che quindi l’attuale ingresso fosse posto a 4-5 metri da terra. In effetti, la torre scende ancora due piani nel sottosuolo. La torre di Perletto comunica con quelle tuttora esistenti di Olmo Gentile, San Giorgio Scarampi, Roccaverano e Cassinasco. Ma si vedono bene anche i ruderi di quelle di Cessole e Vesime. Che panorama!
Il borgo
Non solo la torre però, una chicca da non perdere è la cappella romanica di Sant’Antonino, risalente al XII secolo, una delle più antiche della valle. Interamente costruita in blocchi di pietra a vista, un’arenaria dalla tonalità dorata lavorata in modo esemplare, ha l’accesso nel portale laterale. All’interno è notevole l’affresco quattrocentesco che ricopre il catino absidale, raffigurante il Cristo circondato dai simboli degli evangelisti. Un tempo pieve del contado sorge all’inizio dell’antica mulattiera medioevale per Olmo Gentile, che serpeggia lungo la valle della Tatorba (strada Lavagnini, in parte sterrata), punteggiata di altre antiche cappelle campestri come quella del Sacro Cuore, di San Sebastiano e di San Martino. Tutto bellissimo.
Molto interessante anche la chiesa parrocchiale, risalente al XVIII secolo con il campanile in pietra e dallo stile vagamente arabeggiante, che lo rende unico nel suo genere nelle terre di Langa.
Memoriali
Da visitare nei dintorni i cippi partigiani. Sono ben due i memoriali che ricordano gli eccidi avvenuti nei feroci mesi della Resistenza: uno al ponte e uno sotto al Bricco della Croce (Cascina Madonna). Perletto, sede di un comando garibaldino, fu uno dei presidi partigiani più attivi della val Bormida. Lo prova anche l’aeroporto partigiano costruito per far atterrare le missioni inglesi, semi-nascosto in un’ansa della Bormida, proprio al confine con Perletto. A Vesime c’è anche un piccolo museo dell’aeroporto.
Passaggi illustri
Pensate che Vittorio Emanuele II, il Re Galantuomo, veniva spesso a caccia sulla collina di Roccaverano. Come risaputo, la sua seconda passione erano le donne. Unì così i due interessi, affittando il castello di Perletto per ospitarvi una delle sue ultime fiamme, la ballerina austriaca Sofia Keller con cui ristorarsi dalle fatiche venatorie. Quando però il governo di Rattazzi scoprì la cosa, temendo fosse una spia, rispedì la ragazza a Vienna con un foglio di via (e pare anche una borsa di soldi), rompendo le uova nel paniere al monarca, che la prese malissimo.
E poi c’è Teodoro Negro, ovvero il settimino di Cessole, l’uomo che per tutta la vita ha curato questa valle con le sue erbe, il suo sapere e la sua leggendaria gentilezza. Amatissimo da tutti i langhetti che ancora bevono il suo amaro Toccasana e continuano a frequentare la prima e più straordinaria erboristeria delle Langhe. Salute e alla vostra!












