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Attualità | 05 ottobre 2025, 18:17

A Murello si è rievocata la memoria della Liberazione del 1945 [FOTO]

Due giornate di storia, emozioni e riflessione per gli 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e in ricordo dall’attacco partigiano all’aeroporto del paese avvenuto nel 1943

Ottant’anni dopo la Liberazione, Murello ha voluto rendere omaggio alla propria storia con un’intensa rievocazione dedicata alla memoria collettiva. Tra dibattiti, ricostruzioni storiche e momenti di forte partecipazione emotiva, il paese ha fatto rivivere le vicende che segnarono la fine della guerra e il coraggio dei protagonisti della Resistenza.

A una settimana dalla rievocazione storica che si è tenuta a Murello all’insegna della memoria e delle emozioni in occasione degli 80 anni della Liberazione del 1945 sono ancora vivi i ricordi della due giornate dedicate alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Nel paese della pianura a cavallo tra Saluzzese, Saviglianese e Torinese si è vissuto un fine settimana alternativo rispetto a quelli dedicati alle tante sagre all’insegna della memoria e delle emozioni a 80 anni dalla Liberazione del 1945.

Riprendendo l’evento di due anni fa con il quale era stato ricordato e rievocato l’episodio dell’attacco partigiano all’aeroporto militare di Murello del 2 dicembre 1943, questa volta, con l’intervento di illustri personaggi e l’azione creata in piazza da gruppi di rievocatori con mezzi, attrezzature, divise e abbigliamenti è stata proposta un’occasione originale e coinvolgente per conoscere e ricordare la storia.

Al sabato sera nella Confraternita di San Giuseppe, con Sergio Soave, presidente dell'Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea della provincia di Cuneo, già parlamentare e sindaco di Savigliano, con lui Paolo Alemanno presidente provinciale ANPI Cuneo già consigliere regionale e sindaco di Saluzzo e la famiglia Burdino, i figli di Felice Burdino, il partigiano artefice dell’attacco all’aeroporto di Murello, si è discusso della Liberazione, della Resistenza e dell’attualità del loro messaggio con la conduzione del giornalista Paolo Biancardi.

Domenica scorsa, sulla piazza della chiesa, attraverso quattro scene si è condensato il racconto dell’Italia nella seconda guerra mondiale coinvolgendo emotivamente il folto pubblico.

Mentre un narratore illustrava la storia dell’entrata in guerra, dell’armistizio, dell’occupazione nazista, della resistenza partigiana e della fine della guerra, si svolgeva la rappresentazione ideale di quei momenti nella piazza di Murello interpretata da appassionati rievocatori con alcuni murellesi che si sono prestati a essere parte dell’evento.

La voce di Mussolini che ha echeggiato trionfante per la piazza con la dichiarazione di guerra ha creato forte emozione in tutti i presenti come pure l’annuncio della fine della guerra fatto alla radio, al tempo, da un giovanissimo Corrado Mantoni.

Intanto sulla piazza si succedevano in rapida successione gli eventi di un ipotetico Murello del 1940, dove podestà, parroco e medico si sono trovati a condividere con i civili e i militari la storia di quei momenti, l’impressionante ingresso in paese delle forze naziste, l’arruolamento di partigiani, cruenti scontri a fuoco fino allo sventolare di bandiere all’annuncio della fine della guerra.

L’evento è stato un evento organizzato dal Comune con la collaborazione della Pro Loco e dell’Associazione amici della biblioteca di Murello – commenta il sindaco Fabrizio Milla, anche nei panni di rievocatore recitando nella parte del Podestà -. Devo ringraziare con tutto il cuore gli amici che sono venuti a Murello con la loro passione, preparazione e ricchezza di idee e mezzi a far vivere questa rievocazione che alla fine penso abbia emozionato tutti.

Murello ha una memoria ricca in molti momenti della storia e mi spiaceva lasciare passare gli ottanta anni dalla liberazione senza celebrarne il ricordo. Molto interessante è stato il dibattito, che si è tenuto sabato sera in apertura dei due giorni dedicati alla rievocazione, con interventi profondi e per nulla retorici o banali grazie ai relatori.

Domenica invece si è provato a raccontare le stesse cose in modo diverso, direi più coinvolgente ed emozionante, con la speranza che, oltre a offrire un intrattenimento, il messaggio che volevamo trasmettere possa aver raggiunto più persone possibile.

Dimenticare – conclude Milla - la propria storia è pericoloso, è un grosso rischio soprattutto in questi tempi e nella nostra attuale società che vive in prevalenza di soli appetiti da soddisfare, dove prevale l’individualismo, senza considerare il passato verso un indefinito futuro”.
 

Anna Maria Parola

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