Si sarebbe presentata agli sportelli della Banca Alpi Marittime per prelevare denaro in contante: 800 euro nella filiale di Fossano nel settembre 2022 e 200 a Vicoforte nel novembre dello stesso anno. All’apparenza, sarebbe sembrato tutto in regola. Senonché il conto non era suo, ma di un’altra cliente dell’istituto, di cui però conosceva nome, indirizzo e altri dati sensibili.
A Fossano, poi, la stessa donna, ripresentatasi con l’intenzione di chiudere un conto cointestato con un’altra persona, era stata riconosciuta dai dipendenti della banca attraverso le telecamere di videosorveglianza.
Nel caso specifico, il conto era realmente il suo e lei fornì le sue vere generalità, ma, insospettita, sarebbe uscita prima che il personale della banca potesse avvertire le autorità: quando la dipendente senior, subentrata alla collega più giovane, chiese alla donna, per prendere tempo, di accomodarsi, questa se ne andò.
Secondo la Procura, la donna, accusata di sostituzione di persona e truffa, sarebbe S.G., che, come spiegato dal luogotenente dei Carabinieri che svolse le indagini, era già nota per vicenda d’ufficio.
Come ricostruito in aula, le indagini partirono a seguito della denuncia della vera intestataria del conto corrente, cioè la donna per cui S.G. si sarebbe spacciata.
Per il prelievo a Fossano, S.G, quella mattina aveva telefonato in filiale per chiedere di poterlo effettuare in contanti nonostante appartenesse a un’altra filiale.
L’operazione venne divisa in due tranche: un primo prelievo di 500 euro e l’altro da 300 euro, nonostante non fosse lei l’intestataria del conto.
Come spiegato in aula dal maresciallo dei Carabinieri di Vicoforte, la scoperta dell’episodio analogo ai danni della stessa correntista aveva permesso di scaricare le immagini di videosorveglianza e di identificare S. G.
“I dipendenti la riconobbero”, ha spiegato. A testimoniare anche il bancario che, all’epoca dei fatti, lavorava a Vicoforte: “Quel giorno una ragazza si è presentata allo sportello dichiarando di essere la correntista – ha detto -. Non l'avevo mai vista, sapevo che la signora con quel nome era cliente della filiale Altipiano di Mondovì. Mi ha fornito nome, indirizzo e altre informazioni personali. Ha chiesto di prelevare 500 euro, ma il saldo era di 200 e quindi ha ripiegato su quella cifra”.
S.G. poi, sarebbe riuscita a ottenere i soldi, nonostante alcune anomalie: “Non ricordo se le chiesi il documento, o se glielo chiesi senza insistere - ha ammesso il dipendente -. Perché non ce l’aveva. Il grosso errore è stato lì”.
“Ho confrontato la firma, sembrava simile, ma l'ordine delle parole era invertito rispetto al solito. A volte le firme cambiano - ha proseguito - non mi sono insospettito. Ma nel pomeriggio abbiamo ricevuto una telefonata dalla vera intestataria del conto, che ci ha detto di non riuscire a usare il Bancomat”.
Nel procedimento in corso la banca figura in quanto parte lesa della truffa messa in atto. Così precisa al nostro giornale l’istituto di credito, che rimarca di avere immediatamente provveduto a rimborsare la cliente danneggiata e come la sua priorità sia la tutela dei propri clienti e della comunità, collaborando con la giustizia al fine di contrastare tutti gli episodi relativi alle truffe finanziarie di ogni genere.














