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Attualità | 08 luglio 2014, 10:00

Le follie della burocrazia: in arrivo una "tassa" sui volontari del Soccorso Alpino

Il Ministero pretende la marca da bollo da 16 euro sulle domande di rimborso a seguito di un intervento. Il Presidente del Soccorso Alpino piemontese: "Ci stiamo mobilitando"

Immagine di repertorio

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Domani sera si riunirà il Consiglio regionale piemontese del Soccorso Alpino e c'è da giurare che la questione sarà all'ordine del giorno: i volontari lavoratori autonomi, per ottenere il rimborso a seguito di un intervento, dovranno fare domanda in carta bollata. Con una marca da 16 euro che, essendo la domanda da presentarsi in duplice copia, significa 32 euro.

I volontari autonomi del CNSAS vengono rimborsati con una cifra che varia dai 30 ai 60 euro e solo se l'intervento o l'addestramento durano almeno 6 ore. I tempi di rimborso sono di circa due anni. 32 euro andrebbero quindi allo Stato.

Fabio Galliano, Presidente Regionale del Corpo del Soccorso Alpino, parla di "una burocrazia insensata. Se un Ufficio del Lavoro chiede all'Agenzia delle Entrate come agire, ovviamente questa risponde che bisogna pagare. La Legge Marniga era stata una grande vittoria per il Soccorso Alpino: permettere ai lavoratori di conservare il posto di lavoro senza danneggiare i titolari e agli autonomi di venire rimborsati. Adesso, con questa novità, gli autonomi andranno a pagare più di quanto riceveranno come rimborso".

"Fino ad oggi, quando un volontario veniva chiamato per un intervento, bastava presentare la domanda con la firma del capodelegazione, quella del capo della sezione e quella del sindaco del comune dove era stato effettuato l'intervento - ci spiega Walter Rattalino, capo della delegazione Valli Po e Varaita.

Rattalino è un lavoratore autonomo e spiega subito che per lui essere un volontario del Soccorso Alpino è una missione: non lo fa certo per i soldi. Così com'è per tutti i volontari.

"Al momento l'ufficio provinciale del Lavoro non ci ha fatto sapere niente. Ma se la cosa venisse confermata - continua Rattalino - sarebbe assurdo".

La denuncia è partita dal Soccorso Alpino Bellunese, ma sta pian piano allarmando tutte le delegazioni. Il rischio è che le varie Delegazioni decidano di sobbarcarsi le spese delle marche da bollo per non penalizzare il volontario. Ma questo vorrebbe dire tagli: sulla formazione e sugli aggiornamenti professionali. Il che sarebbe gravissimo.

"Una parte di Stato che non riconosce la portata dell’ordinamento di riferimento del C.N.S.A.S. né tantomeno la sua specifica attività, una parte di Stato che non conosce gli stessi principi introdotti con la riforma del Titolo V della Costituzione, ovvero persiste nell’offendere di fatto chi quotidianamente allo Stato stesso si sostituisce gratuitamente, è un assurdo logico che non può trovare accoglimento di sorta e che, per questa unica ragione – la dignità dei Volontari – troverà la conseguente e legittima presa di posizione, pur nella correttezza del modo di porsi e rapportarsi” è quanto ha dichiarato Fabio Bristot (detto Rufus), delegato CNSAS II Zona Dolomiti Bellunesi, che ha scritto alla Direzione generale del ministero e agli uffici competenti per evidenziare l’odioso paradosso.

C'è da star certi che anche in Piemonte i volontari non staranno con le mani in mano. "Ci stiamo mobilitando con tutti i Parlamentari" - conclude Galliano. "Quanto si profila è una vergogna. In Piemonte facciamo oltre 1000 interventi all'anno, spesso rischiando in prima persona. Questa decisione ci umilia"

 

 

barbara simonelli

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