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Attualità | 05 ottobre 2018, 18:59

Vivere in montagna, ma con sempre meno servizi: a novembre Crissolo perderà persino il Bancomat

Per prelevare denaro contante per recarsi al bar o in panetteria ci si trova costretti a fare 22 chilometri (andata e ritorno). Qualcuno ha pensato alle ripercussioni, siano marginali o meno, su quelle persone che, coraggiosamente, continuano a mantenere in vita gli esercizi commerciali?

Il bancomat di Crissolo

Il bancomat di Crissolo

In un’epoca in cui si invoca un sempre maggior ritorno alla vita in montagna, la Montagna continua a subire un continuo depauperamento di servizi.

L’ultimo episodio in tal senso giunge dall’alta Valle Po, da Crissolo, negli anni scorsi passato alla cronaca per essere uno dei pochi paesi a vedersi chiudere la caserma dei Carabinieri, nell’ottica di una paventata “spending review”.

Con l’avvento del mese di novembre, il paese perderà il suo sportello Bancomat, gestito dall’Ubi banca. È quanto comunicato dall’istituto bancario al Comune, a mezzo lettera.

L’operazione di rimodulazione dei servizi di Ubi banca non è nuova alla Valle Po. Tempo addietro, poco chilometri più a valle, Paesana aveva perso la sua filiale, accorpata a quella di Revello, con una rimodulazione degli orari dello sportello.

Ora tocca al bancomat di Crissolo.

Con tutti i disagi che ne derivano, sia nei confronti dei turisti che, forse ancor di più, per i cittadini che hanno deciso di vivere quotidianamente in un paese a 1500 metri di quota.

Perché proprio in questo si racchiude la chiave di volta di un ragionamento di più ampio spettro, che non può essere tralasciato.

Come si può pretendere di tornare ad assistere ad un “ripopolamento” della montagna se poi chi, coraggiosamente, decide di viverla, la Montagna, si trova a subire – costantemente – una lenta ma inesorabile emorragia di servizi?

Se per prelevare denaro contante per recarsi al bar o in panetteria ci si trova costretti a fare 22 chilometri (andata e ritorno)? Qualcuno ha pensato alle ripercussioni, siano marginali o meno, su quelle persone che, ancor più coraggiosamente, continuano a mantenere in vita gli esercizi commerciali?

Domande alle quale non tocca noi rispondere.

Noi ospitiamo l’appello del sindaco di Crissolo, Fabrizio Re, che ci ha raggiunto poco fa telefonicamente.

Mi rivolgo a qualsiasi istituto bancario, alle Poste italiane – ci ha detto – a chiunque sia interessato a dotarci di un Bancomat. Non ha che da chiamare in Comune e parlarmi direttamente. Siamo disposti anche ad eliminare il canone annuo forfettario di 300 euro attualmente pagato dall’Ubi banca (il Bancomat trova posto nel portico d’ingresso del Municipio: ndr), purchè qualcuno ci doti di uno sportello automatico, indispensabile per il nostro paese”.

Una richiesta che si spera venga accolta da qualcuno. Il Comune ha già provato ad interpellare la Cassa di risparmio di Saluzzo, alla quale l’Ente ha affidato il servizio di tesoreria, che non ha manifestato alcuna intenzione di installare un bancomat in alta Valle.

Tant’è.

Vivere in montagna significa, sempre di più, essere lontani da scuole, presidi sanitari, sportelli bancari e postali, servizi alla persona. Qualcuno lo tenga a mente, dal momento che fra qualche mese le Terre Alte diventeranno meta di incontri in vista delle prossime elezioni regionali.

Non si pretenda però che la Montagna venga rispettata, amata e vissuta. Non ci sono i presupposti” commenta amareggiato il primo cittadino.

Come dargli torto.

 

 

Nicolò Bertola

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