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Attualità | 21 dicembre 2019, 07:30

#controcorrente: il piccolo commercio dovrebbe devolvere una percentuale degli incassi alle scuole del territorio

L’invito del dirigente del Liceo “Vasco Beccaria Govone” di Mondovì di comprare su Amazon, in quanto la piattaforma di vendita on line destina il 2,5% del valore degli acquisti effettuati dai clienti agli istituti che aderiscono al progetto, ha scatenato le reazioni dei negozianti e del presidente provinciale di Confcommercio, Luca Chiapella. Ma se i negozi urbani vogliono avere un futuro devono anche seguire questa strada, perché non basta più aggrapparsi ai ruoli svolti di “aggregazione sociale e di presidio del territorio”

La raccolta punti a favore delle scuole in una struttura della Grande Distribuzione e il presidente provinciale di Confcommercio, Luca Chiapella

La raccolta punti a favore delle scuole in una struttura della Grande Distribuzione e il presidente provinciale di Confcommercio, Luca Chiapella

E’ di qualche giorno fa la polemica nata tra il Liceo di Mondovì “Vasco Beccaria Govone”, i commercianti della città e il presidente provinciale dell’associazione di categoria, Luca Chiapella.

Motivo? La piattaforma di vendita on line Amazon ha lanciato una campagna in cui destina il 2,5% degli incassi, sugli acquisti effettuati dai clienti, alle scuole italiane che aderiscono al progetto. Tra queste, c’è il “Vasco Beccaria Govone”. Di conseguenza, il dirigente dell’Istituto, Bruno Gabetti, con un post su Facebook, ha invitato quanti decidessero di comprare su Amazon di indicare nel Liceo monregalese il beneficiario della somma “capitalizzata”.

Un modo per aiutare le scuole, sempre di più in difficoltà economica, che adottano anche molte strutture della Grande Distribuzione della provincia di Cuneo attraverso le raccolte punti. Il tutto tradotto poi nella consegna di materiale didattico.

L’invito di Gabetti ha provocato la reazione dei negozianti di Mondovì e soprattutto del presidente provinciale dell’organizzazione di categoria, Luca Chiapella.

“Sono anni - ha detto Chiapella - che la Confcommercio provincia di Cuneo si batte per tutelare le realtà commerciali del territorio, dietro alle quali operano donne e uomini che ogni giorno lottano per tenere alzata la serranda, pagano le tasse e creano occupazione, reinvestendo in termini economici e sociali sulla loro città. Per questo l’invito di un preside ai propri studenti e alle loro famiglie di fare acquisti su Amazon mi ha lasciato basito. Noi sosteniamo i cittadini tutto l’anno, non solo a Natale. Con il suo invito penso immagini a un futuro senza negozi, che sono luogo di aggregazione sociale nonché presidio del territorio”.   

E’ vero. Anche i negozi dei centri cittadini, come le scuole, sono in sofferenza economica e rappresentano un punto di riferimento per la comunità. Ma, proprio per questo motivo, diventa indispensabile creare una rete di reciproca collaborazione sul territorio attraverso la quale i piccoli punti vendita possano devolvere alle scuole aderenti una percentuale sugli acquisti effettuati nei loro locali. Il tutto gestito dall’Associazione di categoria, perché è impossibile chiedere ai singoli commercianti di farlo.

I negozi urbani appoggiano spesso le iniziative nelle città.  Di vario tipo.

Ma scegliere di concentrare e di sostenere in modo così concreto e visibile gli istituti scolastici della loro zona è ormai l’unica strada per recuperare una parte di quella fetta di mercato, costituita soprattutto da giovani, già indirizzata verso l’acquisto on line.

Altrimenti, pur con i tanti sforzi per non abbassare le serrande e gli indiscutibili ruoli svolti di “aggregazione sociale e di presidio del territorio”, i piccoli negozi avranno un futuro inesorabilmente in salita e saranno inghiottiti dalle forme di vendita alternative.   

#controcorrente

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