I finanzieri della Tenenza di Mondovì, coordinati dal PM Massimiliano Bolla, hanno concluso un’indagine che ha portato alla denuncia del direttore della filiale di una nota azienda di credito e di un suo ex impiegato per concorso in usura.
L’attività, avviata nel novembre 2012, ha tratto origine dal monitoraggio e dall’analisi delle cause che portarono al dissesto ed al fallimento di diverse imprese nel doglianese.
In base agli esiti degli accertamenti i due denunciati, C.A. e T.R., approfittando dello stato di difficoltà finanziaria in cui versavano le suddette società, peraltro già vittime di usura praticata da altri, successivamente condannati dal Tribunale di Alessandria con sentenza definitiva, avrebbero violato sistematicamente i dettami della Banca d’Italia, agevolando la consumazione della condotta delittuosa.
In particolare, al solo scopo di far apparire in equilibrio i flussi di cassa, i denunciati avrebbero consentito a tali società, ormai prive della necessaria liquidità, l’utilizzo di un vorticoso giro di assegni, nonché avallato operazioni sui conti intestati alle predette da parte di soci non aventi potere di firma.
Mentre la maggior parte dei titoli di credito serviva a soddisfare le crescenti pretese usurarie, una parte di essi, avrebbe di fatto rappresentato una forma di finanziamento concessa alle società, con la conseguente, ulteriore compromissione della loro consistenza patrimoniale, che avrebbe prodotto i propri effetti sulle procedure concorsuali ormai incombenti.
Gli inquirenti hanno contestato che una responsabile, obiettiva vigilanza sulle evidenti anomalie di conto e una minima cautela nella gestione del flusso degli assegni, peraltro in conformità alle disposizioni emanate nel tempo dalla Banca d’Italia, avrebbe consentito agli indagati di interrompere la drammatica spirale.