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Curiosità | 25 febbraio 2015, 18:00

Due incontri sul riso a Saluzzo e Barolo

"Il nostro buon riso": da febbraio a marzo una serie di appuntamenti tra Cuneo, Novara e Torino, analizzano il passato e il futuro di uno dei piatti più famosi del Nord Italia

Due incontri sul riso a Saluzzo e Barolo

Nel mondo non rischia di sparire il riso, rischia di sparire il risotto.Si perderebbe quello che è rimasto il piatto più tipicamente italiano, perché a differenza della pasta e della pizza, che ormai si trovano in ogni paese, è praticamente impossibile mangiare il risotto fuori dall’Italia.

Non si può cucinare un risotto con i risi orientali perché sono molto diversi e sono soprattutto lavorati per essere utilizzati come contorno e non come primo piatto.

Il Carnaroli, l’Arborio, il Roma, sono considerati il riso più adatto per risotti, giacché il loro chicco presenta una consistenza mai cedevole, ne' eccessivamente coriacea e rilascia più lentamente l'amido durante la cottura. La masticatura e' essenziale per apprezzarne tutte le proprietà. Il risotto ideale deve avere chicchi che arrivano alla mantecatura mantenendo un’anima croccante. Solo così il buon riso rimane sgranato e tonico ma perfettamente amalgamato agli altri ingredienti, cremoso e mai brodoso.

Trovare un buon risotto al ristorante però non è facile.

La prima obiezione è “bisogna aspettare venti minuti…”. Eppure anche per cucinare un piatto di paccheri di Gragnano ci vogliono 15 minuti.

Chi sta uccidendo dunque il risotto?

I killer sono due, da un lato certamente la concorrenza dei risi orientali, ma anche la mancanza di tempo nella nostra vita di tutti i giorni: si è perso il rito della cucina, la soddisfazione dei pranzi della domenica quando le madri e le nonne cucinavano mettendoci tutto il tempo che era necessario. La crisi del riso italiano è legata anche alla perdita di quelle abitudini.

Non lo si mangia quando si ha poco tempo, ma così si finisce per non mangiarlo nemmeno quando il tempo ci sarebbe.

Le conseguenze possono essere gravi... fino alla sparizione del riso italiano. Scendendo il prezzo infatti diminuiscono i coltivatori. A Vercelli si teme che entro i prossimi dieci anni sparisca la metà delle risaie italiane. E sarebbe un vero peccato.

Lo sarebbe per il lavoro, per il paesaggio e per il palato, ecco perché ha senso una battaglia per salvare il risotto per poterne conservare il gusto continuando a poterlo offrire sulle tavole non solo degli italiani ma per i clienti di tutto il mondo.

Per questo sono stati organizzati gli incontri di "Il nostro buon riso": una rassegna dedicata ai "nostri" chicchi, che da febbraio a marzo si dipanerà per le province di Cuneo, Torino e Novara.

Ecco il calendario:

- 4 marzo, ore 15: Cascinale dei Nobili - Casalbeltrame (NO) in collaborazione con FNP CISL Piemonte

- 6 marzo, ore 21: Auditorium Giovanni Arpino - Collegno (TO) nell’ambito della rassegna “Lo svago e il pensiero”

- 7 marzo, ore 21: Teatro Politeama Civico - Saluzzo (CN) nell’ambito della rassegna “La bellezza nonostante”

- 8 marzo, ore 17.30: Teatro del Forte - Torre Pellice (TO) in collaborazione con Cantiere Scuola Osasco

- 9 marzo, ore 21: Fonderie Limone - Moncalieri (TO) Festa del Risocol concorso di Città di Moncalieri - Assessorato alla Cultura, Pro Loco e Confesercenti di Moncalieri

- 27 marzo, ore 21: Teatro Agnelli - Torino, nell’ambito della rassegna “Il buon riso, miracolo italiano”

- 29 marzo, ore 17.30: WIMU Museo del Vino - Barolo (CN)

c.s.

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