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Saluzzese | 01 maggio 2015, 07:01

Le riflessione di un’alunna del Soleri di Saluzzo sull’orazione di don Ciotti del 25 aprile

“Ogni parola del suo discorso, ogni singolo argomento trattato, sono stati indispensabili per far riflettere il pubblico presente alla celebrazione”

Le riflessione di un’alunna del Soleri di Saluzzo sull’orazione di don Ciotti del 25 aprile

Sabato 25 aprile anche Saluzzo ha voluto ricordare il giorno della Liberazione con una celebrazione che ha avuto luogo sotto l’ala di Ferro. Protagonista della mattinata è stato Don Luigi Ciotti che, con le sue parole forti e determinate, ha saputo coinvolgere i cittadini saluzzesi presenti.

Don Luigi Ciotti, è una persona straordinaria, che nel suo piccolo è riuscito a fare grandi cose.

E’ lui il fondatore del Gruppo Abele e dell’Associazione Libera.

La sua vita attiva e variegata è uno scenario di buone azioni, da lui condotte, contro la droga e le sue dipendenze, l’emarginazione, la mafia e altre ingiustizie del nostro Paese.

Le sue “buone azioni” derivano da un forte legame con la Chiesa, in particolare con il Vangelo, che l’ha spinto a diventare sacerdote.

Ogni parola del suo discorso, ogni singolo argomento trattato, sono stati indispensabili per far riflettere il pubblico presente alla celebrazione.

“Dobbiamo gridare il grande bisogno di Libertà” questa è la frase che ha introdotto e concluso il discorso. Don Ciotti insiste dicendo che il Progetto di Liberazione italiana non è ancora compiuto.

Lo testimoniano il problema del lavoro, che definisce come “ il bisogno profondo per essere persone libere” e che rimane estraneo a milioni di giovani italiani; l’analfabetismo che in Italia  sta clamorosamente crescendo. L’ospite rimprovera soprattutto il problema delle mafie che stanno ritornando più forti di prima, delle ecomafie e del commercio di droga. “Le mafie non sono un Mondo a parte ma una parte del nostro Mondo”, dice Don Ciotti.

Ciò che più di tutto testimonia la mancanza di libertà è la Terza Guerra Mondiale che si sta combattendo oggi nel Mondo, un terrorizzante scenario di cento gravi conflitti. L’ospite Rimprovera il traffico degli esseri umani con un riferimento particolare all’immigrazione che definisce “ non come un problema da reprimere ma un fenomeno da governare”. E ancora, fa appello ad una carta, per noi fondamentale: la Costituzione “c’è chi vuole modificarla ma non siamo ancora riusciti a realizzarla” riporta Don Ciotti con tono di rimprovero verso la politica italiana. 

Si appella quindi al pubblico e lo invita a resistere di fronte alle ingiustizie e al male.

La parola Resistere, contiene la parola esistere, che vuol dire impegnarsi, dimostrare la nostra voglia di conoscere e di cambiare le cose, di reagire. Non basta commuoversi di fronte al male, ma bisogna muoversi.  Oltre alla Fame del Mondo, esistono anche la fame di giustizia e di libertà che hanno diritto al nutrimento.  Oggi il nostro Paese ha bisogno della concretezza dei fatti, non di promesse. Ciascuno di noi deve impegnarsi a vivere insieme, non vivere accanto.

Temo che queste parole, dolci e amare allo stesso tempo, che descrivono perfettamente la situazione attuale, rimangano impresse nella nostra  mente per qualche giorno e poi dimenticate.

La consapevolezza di vivere una situazione difficile, di crudeltà e ingiustizia è già un punto di partenza, ma non basta, occorre fare qualcosa, ognuno nel proprio piccolo.

“Abbiamo bisogno della dolce pedata di Dio perché nessuno si senta mai a posto e mai arrivato”.

(Don Luigi Ciotti)

Ombretta Campana - classe IVLB – Liceo Soleri Saluzzo

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