In coda alle aperture post lockdown indotto dal Coronavirus, arrivano cinema e teatro. La ripartenza è prevista a giorni, per il 15 giugno, dopo la chiusura dell’8 marzo scorso. Molto probabilmente non sarà puntuale. La maggior parte delle sale cinematografiche italiane farà slittare l’apertura. Si parla di fine agosto o ancora di settembre.
L’Anec, Associazione Nazionale Esercenti Cinema ritiene “irricevibili” le misure per il settore. Anche la Multisala Italia di Saluzzo non aprirà per il 15 e resta in attesa di ulteriori sviluppi. “La situazione è ancora fluida e le nuove regole di sicurezza sono attese a giorni" afferma GianGiacomo Moschetti gestore del cinema di piazza Cavour.
Gli attuali paletti sono molto penalizzanti ed emerge anche un problema di immagine oltre che economico, in questo percorso di ripartenza, sostiene. Al chiuso la capienza massima dovrà essere di 200 persone, mille all’aperto. Varrà la distanza di un metro tra gli spettatori. Ingressi scaglionati e posti preassegnati con la prenotazione online e pagamento elettronico.
“Sono molto preoccupato per la situazione. A queste condizioni non so se sperare di aprire o rimanere chiuso- sottolinea il gestore - Andare al cinema deve continuare ad essere un piacere. E’ impensabile far sedere lontano uno dall’altro i componenti di una famiglia che si reca insieme a vedere un film".
Tra i punti lamentati dagli esercenti c’è proprio ( ad oggi) la mancata possibilità di inserire un distanziamento “collettivo” e “di gruppo“, piuttosto che quello individuale.
Nel caso delle sale saluzzesi un posto sarebbe occupato e due no. La Sala 1 ad esempio da 270 posti,potrebbe contenere solo 110 spettatori.
"Elemento fondamentale che impedisce l’apertura è inoltre il fatto che non ci sono prodotti nuovi - spiega Moschetti- Il noleggio ha congelato quei film che si aspettavano questa primavera e per il momento non ne ha messi di nuovi a disposizione. Il mercato cinematografico mondiale sta aspettando le reazione post Covid dei due paesi che contano particolarmente in questo settore Cina e Stati Uniti. E’ impensabile proporre pellicole, già viste gratuitamente sui canali streaming in questi mesi di lockdown a casa propria. E di nuove non ce ne sono.
Le richieste normative per l’apertura sono molto pesanti per le incombenze ed economicamente per un settore come il nostro".
Non ultima tra le penalizzazioni il fatto che sia vietata, all’interno del cinema, a vendita di bevande o pop corn, mentre i bar all’esterno lo possono fare.
Sempre secondo gli operatori con queste misure la sala cinematografica rischia di essere percepita come il luogo più pericoloso tra tutti quelli di carattere sociale e aggregativo, dando un' impressione sbagliata all’opinione pubblica. Il settore, sostengono," è sempre stato molto attento alle misure di sicurezza”.















