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Attualità | 21 settembre 2021, 10:39

L'ospedale di Cuneo hub "a targhe alterne"? Il consiglio chiede la difesa dell'eccellenza sanitaria locale

In consiglio, ieri sera (20 settembre), la discussione sull'ordine del giorno presentato da Cuneo Solidale Democratica e Partito Democratico: trasversale il timore di veder depotenziato il nosocomio in attesa della costruzione della nuova struttura unica

Foto generica

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Scongiurare il più possibile il depotenziamento dell’ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo negli anni che ci vorranno per realizzare la nuova struttura sanitaria unica del territorio: è questo il cuore dell’ordine del giorno presentato da Cuneo Solidale Democratica e Partito Democratico nella serata di ieri (lunedì 20 settembre) in consiglio comunale.

Una richiesta già realizzata dallo stesso consiglio comunale all’indomani della decisione – non più in discussione – di realizzare il polo unico nell’area dell’attuale ospedale Carle; i consiglieri avevano chiesto – anche nell’incontro del 4 agosto con i vertici di Regione e direzione sanitaria dell’ospedale - che l’ASO, pur tendendo alla struttura unica, non mancasse di realizzare investimenti sui due poli attuali come ha fatto in tutti questi anni.

Il Santa Croce e Carle è hub di riferimento per il Piemonte sud-occidentale e ha una dotazione in termini tecnologici e di capitale umano idonea a garantire livelli di eccellenza non raggiungibili da altre strutture; la logica, però, non è premiare un territorio rispetto a un altro ma assicurare ai cittadini il massimo del servizio” ha ricordato Tiziana Revelli nell’intervento di apertura. “La classificazione di hub senza investimenti dedicati, però, rischia di abbandonare il Santa Croce e Carle in favore di altre strutture: dobbiamo evitarlo il più possibile”.

Secondo i firmatari – e, visto il risultato dell’ordine del giorno, anche secondo la maggior parte dell’assemblea - indipendentemente dalla costruzione della nuova struttura quella già esistente deve comunque rimanere al passo con i tempi. È necessario scongiurare la crescente situazione d’incertezza percepita dal territorio rispetto al rischio di una decadenza nel servizio ospedaliero, e per farlo è necessario un confronto serrato della Giunta comunale con l’assessorato alla sanità della Regione, con la dirigenza dell’ospedale.

Dello stesso parere anche Sara Tomatis, intervenuta dopo la collega: “Ritengo l’amministrazione comunale debba tranquillizzare i residenti del territorio tutti, non solo i diretti fruitori del servizio ospedaliero – ha detto - . Diversi professionisti hanno spiegato come l’attuale normativa regionale sottolinei il ruolo dell’ospedale di Cuneo come hub ma mettendo in evidenza la necessità di vigilare per evitare il più possibile l’indebolimento della struttura stessa dato da uno sviluppo non ragionato di una politica sanitaria che realizzi “doppioni” di procedure e competenze in ospedali non hub”.

Il punto, insomma, è rifiutare la logica della concorrenza tra strutture sanitarie, che porterebbe soltanto un indebolimento del territorio in senso lato. Possibilità, però, che il consigliere Luca Pellegrino rifiuta decisamente: “Pare che la discussione sul nuovo ospedale unico abbia lanciato il dibattito sul depotenziamento del Santa Croce e Carle di Cuneo – ha detto, pur concordando sulla necessità di rimanere vigili per assicurare che il livello delle strutture sanitarie cuneesi rimanga quello attuale - , ma questa non è la realtà e continuando ad affrontare l’argomento si rischia il disorientamento dei cittadini. Cuneo non è hub a targhe alterne e Verduno non è arrivato con una navicella spaziale a cambiare il mondo della sanità di territorio: ogni struttura deve fare la propria parte secondo quanto stabilito dalla Regione”.

Una posizione che non convince Ugo Sturlese, che invece nel rischio di depotenziamento crede profondamente. Tanto da segnalarlo ufficialmente come una delle ragioni che hanno portato lui e il gruppo Cuneo per i Beni Comuni a preferire l’idea di un ospedale unico più centrale alla città: “La scelta di una nuova sede decentrata è pericolosa, e far passare dieci anni quando si aveva la possibilità di intervenire immediatamente sull’esistente ed evitare rischi di questo tipo comporta una seria responsabilità” ha detto.

Sono particolarmente d’accordo sui rischi nell’andamento della vicenda ospedaliera malgrado le rassicurazioni della Regione in commissione, che prevedono la risoluzione di alcune sofferenze del nostro ospedale – ha poi aggiunto - : si fanno dichiarazioni di sostegno ma poi si utilizza un metodo di svuotamento, quasi dall’interno, ovvero mentre si riconosce l’importanza dell’hub di Cuneo si realizzano politiche concrete che modificano i rapporti di forza tra gli ospedali, indebolendone uno e rendendo invece più efficace un altro. Serve definire concretamente e difendere le funzioni stabilite dal piano regionale, non può esserci concorrenza tra strutture, anche se non ci tranquillizza l’affidamento della stesura del piano regionale sanitario a uno studio professionale lombardo”.

L’ordine del giorno è stato approvato con 19 voti favorevoli e cinque astensioni.

Simone Giraudi

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