Il Covid19 da quel fatidico primo lockdown, decretato il 9 marzo 2020, ha iniziato a condizionare pesantemente le nostre abitudini quotidiane sia a casa che al lavoro.
In questi quasi due anni, tra alti e bassi, abbiamo dovuto fare i conti con questo virus che, attualmente giunto alla quarta ondata che si spera si stia esaurendo come da indicazioni scientifiche, continua a influenzare la vita delle persone.
Nelle aziende delle nostre zone di Langhe e Roero come si cerca di lavorare per mantenere lo standard, e come si affronta l’emergenza pandemica tra dispositivi di sicurezza, controllo del green pass e nuove idee per mantenere le quote di mercato?
Lo abbiamo chiesto ad alcune realtà che stanno cercando di rispondere colpo su colpo a questa situazione che mai si pensava di dover vivere, anche a livello lavorativo.
SEBASTE - ANTICA TORRONERIA PIEMONTESE
La storica azienda del torrone di Gallo Grinzane ha appena chiuso un 2021 che ha fatto segnare aumenti a doppia cifra rispetto al 2019 pre pandemico. Una boccata d’ossigeno dopo un 2020 andato al rallentatore. A fare il quadro della situazione è Matteo Rossi Sebaste che afferma: «Va fatta subito una distinzione: ad inizio pandemia, nei primi mesi del 2020, c’è stata una grande incertezza. Per evitare sovraproduzione e per preservare i dipendenti dal contagio abbiamo fermato le linee. Poi, alla riapertura, abbiamo vissuto mesi al rallentatore, testimoniati anche da un Natale 2020 con volumi ridotti in Italia, mentre all’estero il fatturato ha tenuto.
Il 2021 è stato invece un anno sorprendente, nel quale siamo tornati sugli standard di fatturato consueti, e l’ultimo Natale ha visto una crescita significativa rispetto addirittura al 2019. Dai caratteristici ambulanti, che hanno fatto molto bene ad esempio durante la Fiera del Tartufo ed il periodo di Natale, fino alla GDO Italia, passando per la vendita al dettaglio con il marchio Antica Torroneria Piemontese, i risultati sono stati ottimi. L’estero ci ha aiutato molto, con ordini soprattutto dalla Germania e dal Nord Europa, con una crescita superiore al 20% rispetto ai volumi pre pandemia.Molto bene i dolci a base di cioccolato.
Certo in generale stiamo vivendo disagi che condizionano: dall’aumento del prezzo delle materie prime in generale e quello delle fonti energetiche, fino alle difficoltà nella logistica e nei trasporti, senza dimenticare il packaging.
Internamente devo dire che alcuni casi ci sono stati però siamo stati attenti da subito sulle normative che ormai sono diventate la normalità, e gli ingressi scaglionati hanno giovato anche al lavoro in sé. Nel settore alimentare i dipendenti sono già abituati a lavorare con ausili per l’igiene, e questo ha permesso di abituarsi più velocemente al protocollo anti Covid19».
CANTINA TERRE DEL BAROLO
La cooperativa fondata nel 1958 da Arnaldo Rivera con sede a Castiglione Falletto, negli ultimi due anni è riuscita a mantenere il fatturato, con un aumento importante nell’ultimo esercizio, chiuso sopra i 20 milioni di Euro. Un risultato record ottenuto grazie a diversi fattori, riassunti dal direttore Stefano Pesci che dichiara: «Il mercato del vino ha fatto registrare un significativo e costante aumento di domanda per tutte le denominazioni che produciamo, e noi ci siamo fatti trovare pronti. Abbiamo cercato di gestire questi mesi, e lo stiamo ancora facendo, con attenzione alle richieste ed al lavoro in azienda, dove i casi di contagio sono stati veramente contenuti, aspetto che ha permesso di non rallentare il lavoro. Per questo ringrazio tutti i dipendenti che hanno sempre ottemperato alle regole del protocollo di sicurezza. Ci siamo fatti trovare pronti alle nuove esigenze del mercato e, per alcune denominazioni, l’aumento in doppia cifra non è mancato.
La Cantina Terre del Barolo si sta dimostrando ancora una volta una realtà solida e un punto di riferimento per le Langhe. Se tutto andrà bene apriremo totalmente al pubblico la prossima primavera.
Stiamo finendo gli allestimenti alla nuova enoteca e rifacendo Piazza Arnaldo Rivera, davanti al nuovo ingresso, in collaborazione con il Comune di Castiglione Falletto».
TORRONALBA
Oltre alla fabbrica del cioccolato esiste anche la… fabbrica del gelato a Piobesi d'Alba. Al di là del paragone con la fantasiosa azienda di Willy Wonka, la Torronalba è una solida realtà che dal 1969 produce semilavorati per gelaterie e pasticcerie. «Il Covid19, afferma la co-titolare Barbara Bagnis, tra i titolari dell’azienda, ha influito nel nostro settore perché un calo di richieste in generale c’è stato sul mercato. Questo soprattutto perché il cliente finale che va in gelateria
attualmente si muove poco, perché in giro c’è veramente poca gente. E a questo aggiungiamo anche il calo di presenze turistiche dall’estero, un target che ama molto il gelato italiano. L’impossibilità di andare anche alle fiere principali che continuano ad essere posticipate non permette di portare a casa i soliti ordini.
Come si può vedere gli effetti della pandemia sono importanti ma abbiamo cercato di contrastare la situazione e di rispondere al mercato mantenendo i clienti e stando attenti a non svendere i nostri prodotti con promozioni che, attualmente, sarebbero solo deleterie per la reputazione del nostro storico marchio.
Internamente abbiamo contenuto i contagi con una gestione mirata del personale, ora abbiamo qualche caso ma di ritorno dalle vacanze di Natale. Nel 2021 c’è stata una ripresa e devo dire che non andiamo male ma bisogna fare attenzione anche ai rincari energetici e delle materie prime, un aspetto molto importante che influisce sulle scelte di produzione. Ad esempio per non trovarci poi a corto ed a pagare troppo la merce, abbiamo riempito i magazzini, nella speranza che la stagione parta presto e bene. Voglio lanciare un messaggio: bisogna cercare di tornare al sano ottimismo, ed andare oltre la poca pazienza che percepisco in giro».
ONDALBA
Un gruppo solido che da più di 60 anni, con sede a Corneliano, lavora con serietà e voglia di crescere, specializzato in packaging ondulato e stampa digitale, costretto ad affrontare la pandemia in un settore che in generale sta andando molto bene, ma dove i vari rincari possono influire pesantemente sul futuro prossimo. Questo è il pensiero del titolare Gianmario Allasia che dichiara senza troppi giri di parole che: «Ondalba è un’azienda sana che lavora bene in un mercato dove gli ordini non mancano ma in cui nasceranno presto problemi di gestione per gli aumenti dei costi fissi, delle materie prime, del loro reperimento, e della ricerca del personale. Tutti aspetti che possono portare a scelte drastiche, da me mai adottate. A questo bisogna aggiungere le scelte non proprio lungimiranti della politica ed una burocrazia che sembra non invogliare le persone a lavorare. Noi, ad esempio, avremmo bisogno di circa dieci dipendenti in più: introvabili! Ma non tanto per le caratteristiche che chiediamo, ma perché a certe condizioni sembra che sia meglio percepire i sussidi statali che andare a lavorare. Tornando sugli aumenti, va da sé che anche i nostri prodotti subiranno un ritocco, nella speranza che i clienti non vengano fagocitati da questo “buco nero” dove i margini di profitto potranno essere minori, con conseguente minor possibilità di investire per migliorare. A mio avviso sarà un 2022 complicato ma io ci credo nel ritorno alla normalità: nei prossimi mesi investiremo 12 milioni di Euro per migliorare il gruppo, questo anche perché il mercato nel complesso va bene, gli aumenti in doppia cifra del fatturato non sono mancati, ma la forbice tra spese e ricavi si chiude. Io sono sempre stato innamorato della mia azienda ma stiamo vivendo una situazione difficile».