Anche gli Alpini di Ceva si sono mobilitati per aiutare la popolazione ucraina. Prima hanno raccolto farmaci, prodotti per l'igiene personale, cibo a lunga conservazione e beni di prima necessità e poi sono partiti per raggiungere Medyka, una città che si trova in Polonia al confine con l'Ucraina, dove, ogni giorno da quando è scoppiata la guerra, passano circa 10 mila persone.
Tre volontari sono partiti da Ceva, due alpini, Massimo Gula e Gianni Guidi di Garessio, insieme alla signora Irina Burian, che ha fatto anche da interprete nel corso del viaggio.
"Vedere famiglie che si dividono al confine, padri che lasciano i propri figli e tornano indietro per combattere fa gelare il sangue" - racconta Massimo Gula, Alpino di Ceva e consigliere di Fondazione CRC. - "Nel 97-98 ero già stato in Kosovo per portare aiuto, ma la situazione era completamente diversa: le persone che fuggono oggi dalla guerra non vivevano in condizioni di povertà, all'improvviso hanno dovuto lasciare casa, affetti, lavoro per fuggire dalla guerra".
Un viaggio di circa 18 ore, senza soste intermedie, che si è concluso con la consegna dei beni raccolti che sono stati trasferiti su un altro mezzo diretto a Kiev.
Al dramma della guerra, però, si aggiunge quello umanitario. Tante le persone e soprattutto i bambini che si sono trovati, letteralmente da un giorno all'altro, a dover abbandonare la propria casa, senza sapere quando e se potranno farvi ritorno.
"Al confine c'è un fiume continuo di persone" - continua Gula - "Il responsabile della logistica fa appello a tutti i volontari che arrivano affinché possano essere messi a disposizione dei treni per smistare e ricollocare tutte le persone che stanno arrivando. Sarei nuovamente pronto a ripartire per aiutare. Riflettiamo, perché ad alcuni questa guerra sembra lontana, invece non lo è affatto".