Il giornalista Ezio Mascarino e Franco Baudino, già sindaco di Elva e autore di sette opere dedicate al suo paese, incontrano Ezio Marinoni, giornalista e scrittore che ha dedicato due libri a questa località nell’alta Val Maira (CN). Appuntamento domenica 28 agosto alle ore 15 in piazza don Ettore Dao nella borgata “capoluogo” di Serre.
Perché Marinoni, e il suo personaggio di Adriano il bibliotecario, sono saliti fino a Elva?: perché in quello che l’autore definisce “il Tibet d’Italia” si possono cercare risposte alle domande fondamentali della vita. È un luogo marginalizzato dall’industrializzazione, come tanto territorio delle nostre montagne; ma nel silenzio forzato di oggi rivela - a chi sa ascoltare - la forza di una quotidianità vissuta da genti che hanno reso fertili e ricchi di umanità i fianchi scoscesi di quelle vallate. Ne è testimonianza risalente nel tempo l’approdo a Elva di un pittore, Hans Clemer, che affrescò una umile cappella prossima a uno strapiombo facendola diventare una “cappella Sistina” nel Marchesato di Saluzzo, allora crocevia fra Europa del Nord (l’artista era probabilmente di origine fiamminga con ramificazioni in Germania) e Europa del Sud (i traffici di sale e di pesce provenienti dalla Liguria, l’arte di produrre e vendere parrucche alle famiglie nobili di Francia e Inghilterra). La “firma” del pittore è rimasta nascosta fino a pochi decenni fa, aprendo scenari che Marinoni indaga attraverso un altro protagonista del suo romanzo storico, iI frate Rolando, che attraversa le prime violente lotte di potere coperte da motivazioni religiose sul finire del Medioevo.
Tutto questo nel romanzo “Il libro e l’affresco di Elva”, al quale si è aggiunta quest’anno al Salone del Libro di Torino una sorta di “dietro le quinte” che presenta – con un bell’apparato fotografico – il punto di vista dell’autore: “Elva - Il mio sguardo”. Entrambe queste opere sono un tributo all’accoglienza – in prima battuta un po’ guardinga – ricevuta da Marinoni nella sua ricerca di qualche mistero anche fra queste borgate: prima fra tutte la conservazione segreta, sotto le pietre della chiesa, de “Il libro del comando”, formulario di esorcismi ma anche di evocazioni diaboliche.
Le due opere sono diventate anche un utile strumento per tenere viva l’attenzione su questo lembo di montagna, sempre più isolata dalla mancata manutenzione delle strade che portano fino alle borgate. Dei tre accessi esistenti, solo quello da Sampeyre è attualmente percorribile, mentre l’ardita strada del vallone, scavata con i mezzi e con la fatica dei montanari, attende un intervento di ripristino che al momento si ferma ai rilievi geodetici e alle sperimentazioni di valorizzazione delle borgate. Su questo fronte è impegnato il Politecnico di Torino e si attende qualche rivolo di finanziamento dal PNRR. La terza strada è un azzardo.
Ezio Mascarino, frequentatore di Elva e della Locanda, grazie a un incontro casuale con l’autore ha suggerito l’appuntamento del 28 agosto che darà modo di far incontrare i partecipanti con Franco Baudino, storico sindaco di Elva, guida informale per chi voglia entrare nel respiro di queste montagne. E Lorella Menardi, che entra anch’ella nel romanzo storico e nel tributo narrato dall’autore, ha accettato l’idea di riempire la piazza di borgata Serre, a pochi passi dal capolavoro di Clemer, suggerendo ai turisti di raccogliere anche questo contributo alla loro permanenza. Ci sarà una degustazione di sapori di montagna per vivere l’incontro anche con il palato.













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