Riceviamo e pubblichiamo la nota di un nostro lettore in merito a una nota stampa, pubblicata negli scorsi giorni, a firma di Granda in Azione relativa alla situazione delle stazioni sciistiche a causa dei rincari (leggi qui).
Gentile direttore,
Vorrei sensibilizzare il caro Valsecchi Michele a capire che il caro bollette non colpisce solo ora le stazioni sciistiche, ma da mesi assilla imprese, commercio e famiglie.
Non è tanto il costo dello ski pass, ma l’impossibilità delle famiglia di chiudere il conto a fine mese.
Gli aumenti trasversali delle materie prime hanno stroncato il potere di acquisto dalle famiglie italiane, è piegato il potere d’investimento delle imprese.
Quindi la possibilità di sciare è inficiata non tanto dagli aumenti diretti del costo del biglietto, quanto dall'impossibilità economica dei nuclei familiari di sostenere il costo di questo sport.
Quando una persona deve scegliere tra l’acquisto del pane e lo ski pass credo scelga il pane, purtroppo.
Quindi le operazioni di aiuto devono essere atte a riportare una stabilità economica per cui le persone possano avere un emancipazione economica.
Le stazioni sciistiche, grazie alla regione, hanno sempre beneficiato di contributi per la loro edificazione e la loro crescita, ora è necessario aiutare gli avventori ad avere la liquidità per vivere e, aime’, lavorare.
A quel punto se il volano economico gira in modo fluido è normale tutti potranno scegliere attività del terzo settore e sport a loro cari.
Grazie,
Paolo Manera