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Attualità | 23 febbraio 2023, 12:29

La turbolenta settimana di Borgo dopo il voto sul biodigestore. Le minoranze: “Isolati per scelta propria"

Per Borgo per Tutti: "È stata una forzatura da parte della sindaca presentare all'Assemblea dei Sindaci il no". Bassino del gruppo La Torre: "Il dado è tratto. Toccherà a noi amministratori accertare che tutto si svolga senza creare ulteriori problemi"

La turbolenta settimana di Borgo dopo il voto sul biodigestore. Le minoranze: “Isolati per scelta propria"

Settimana turbolenta per il comune di Borgo San Dalmazzo. Lo scorso venerdì 17 febbraio l’assemblea dei sindaci Acsr-Cec ha votato con maggioranza il “Sì” al progetto del biodigestore, risultato condizionato dal peso ponderato del voto di Cuneo.

Un voto che è andato contro la bocciatura espressa dal comune borgarino che quell’impianto dovrà ospitarlo.

Nel consiglio comunale precedente a quel voto la sindaca Robbione aveva motivato la scelta di votare no al biodigestore e parallelamente rinunciare ai 12,8 milioni di euro di finanziamenti dal Pnrr. 

“Domani andrò in assemblea Acsr e voterò no. Non sarò sola. Ci sarà tutta la mia maggioranza”, aveva dichiarato la sindaca Roberta Robbione il giorno precedente. I dubbi della giunta borgarina (ma non solo) erano da riferirsi alla sostenibilità economica dell’opera. 

Ma con una percentuale del 64% di voti ponderati i presenti hanno votato favorevolmente il progetto del biodigestore.

Le cronache di qualche giorno fa parlano di un nuovo colpo di scena: le dimissioni del presidente del cda di Acsr Agostino Forneris. Una scelta che la sindaca Robbione non ha ancora commentato, ma che ha scatenato la reazione delle espressioni di minoranza del consiglio borgarino.   

"Le dimissioni del Presidente di ACSR, giungono in un momento delicato - dichiarano Pierpaolo Varrone, Luca Basteris e Luisa Giorda del gruppo Borgo Per Tutti - Borgo San Dalmazzo perde anche il proprio rappresentante all'interno del Consiglio di Amministrazione. Pur se motivate con ragioni personali, non è difficile immaginare che le dimissioni di Forneris siano da collegarsi alle recenti decisioni dell'Assemblea dei Sindaci dell'Azienda pubblica ed in particolare alla posizione di netta contrarietà espressa dalla sindaca Robbione. Le parole con le quali Agostino Forneris lascia la Presidenza di ACSR richiamano la missione dell'Azienda 'mirata alla realizzazione e gestione degli impianti tecnologici' per la gestione dei rifiuti. Parole che lasciano intendere un orientamento favorevole al miglioramento degli impianti esistenti attraverso la realizzazione del biodigestore.".

"Le dimissioni di Forneris - prosegue poi il commento del gruppo consiliare di minoranza - accrescono la solitudine di Borgo San Dalmazzo nei confronti del territorio cuneese. Con la votazione nell'Assemblea dei soci dell'ACSR Borgo rompe i rapporti di dialogo con tutti i maggiori centri cittadini dell'area cuneese. Non solo con Cuneo, ma anche con Boves, Busca, Caraglio, Dronero. Un esito che era prevedibile: non per colpe di altri ma per demeriti propri. È il frutto di scelte inspiegabilmente non condivise con i Sindaci e con il Consiglio comunale.”.

"Il Consiglio comunale di Borgo San Dalmazzo non ha infatti votato alcuna delibera di contrarietà al progetto del biodigestore - continua la nota del gruppo -  E neppure lo ha fatto la Giunta. Al contrario, nel corso della seduta del 16 febbraio scorso, tutti gli intervenuti nel dibattito hanno sostenuto e riconosciuto che la tecnologia di lavorazione dei rifiuti prodotti dagli scarti di cucina (di questi si tratta e non di altre tipologie) utilizzata in un biodigestore è la migliore possibile: sia da un punto di vista ambientale che energetico. Condizione affermata sia dalla relazione della Sindaca che dalla stessa maggioranza. La contrarietà da parte della giunta Robbione è invece emersa sui quantitativi che tale impianto abbisogna per funzionare al meglio e che oggi sono disponibili solo in parte. È stata una forzatura da parte della Sindaca presentare all'Assemblea dei Sindaci il no di Borgo San Dalmazzo come espressione del consiglio comunale. I rappresentanti dei tre gruppi consiliari (la cui somma dei voti ottenuti alle elezioni dello scorso anno sono superiori a quelli ottenuti dalla lista di maggioranza) si sono infatti espressi positivamente all'ipotesi di costruzione del biodigestore. Il nuovo impianto consentirà: l’eliminazione degli odori che originano dall’attuale lavorazione dei rifiuti; la produzione di compost di qualità e di energia da vendersi sul mercato delle energie rinnovabili; guadagno economico per l’azienda, con ricadute positive per la cittadinanza.".

"Borgo San Dalmazzo oggi è isolata per decisione propria - si conclude così il commento dei tre consiglieri - le granitiche certezze sono un piccolo cumulo di detriti. Ci auguriamo che, per il bene della Città e dei cittadini di Borgo San Dalmazzo, la sindaca Robbione ed il gruppo di maggioranza vogliano deporre al più presto l'atteggiamento di opposizione sdegnata per riaprire il dialogo, con il Consiglio e con i Comuni.".

Per l’altro gruppo consiliare di minoranza, La Torre, rappresentato da Marco Bassino questa votazione rappresenta: "una frattura netta tra i due comuni confinanti che non mancherà di lasciare strascichi; in passato i due sindaci di allora, e le loro maggioranze, erano stati i fautori del progetto tanto da essere successivamente finanziato dal PNRR. Nel consiglio comunale di giovedì scorso a Borgo, che non richiedeva votazione, ho espresso il mio parere, dopo aver valutato la situazione nella sua complessità.".

"I motivi del contendere di questo progetto si possono così sintetizzare - prosegue Bassino - Coloro che ritengono Borgo San Dalmazzo, una zona non baricentrica per consentire l’arrivo di una quantità di biomasse necessaria per far funzionare un impianto apparentemente surdimensionato; a questo si aggiunge la preoccupazione che l’aumento delle quotazioni della materia prima porterebbe ad un incremento dei costi di costruzione dell’impianto (finanziati per 12,8 milioni), importo che graverà indirettamente sui Comuni. Inoltre il costo previsto di smaltimento in questo impianto sarebbe più caro di quanto già oggi richiedono alcune ditte private.".

"Per contro - conclude il consigliere Bassino del gruppo La Torre - i favorevoli sostengono che l’impianto, sicuramente in linea con la politica “green” di recupero di biogas e lo sfruttamento di energie alternative, possa rappresentare un utile investimento per l’economia cittadina e rappresenti una barriera “pubblica” qualora i privati, creando un cartello monopolistico, aumentassero enormemente i prezzi di smaltimento. A questo si aggiunge la mancanza, da parte della Regione, di una programmazione chiara sui rifiuti , cosa che avrebbe fugato ogni dubbio. Ora però il dado è tratto e toccherà a noi amministratori di Borgo, accertare e controllare con attenzione che tutto si svolga senza creare ulteriori problemi alla cittadinanza.".

Redazione

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