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Attualità | 10 settembre 2024, 13:20

Nudisti a Torre Mondovì? Si tratta invece del Festival culturale Hemera che ha coinvolto oltre 200 persone

Conclusa la seconda edizione dell'evento organizzato da Teatro Selvatico con talk, concerti e performance. Gli organizzatori: "Avremmo voluto che l'attenzione arrivasse per la proposta culturale e non per scalpore"

Nudisti a Torre Mondovì? Si tratta invece del Festival culturale Hemera che ha coinvolto oltre 200 persone

Aveva fatto clamore la fotografia, diffusa alcune settimane fa su alcune testate locali (notizia non diffusa su TargatoCN, ndr), che ritraeva alcune persone definite "nudiste" presso le rive del torrente Casotto a Torre Mondovì

Si trattava invece di un momento del Festival Hemera - Oltre l'umano, organizzato da Teatro Selvatico, realtà che da anni opera sul territorio Monregalese con sede a Torre e che ha portato, in diversi comuni. Tra i progetti ricordiamo la performance Polimnia (leggi qui), che si era svolta a Mondovì, con numerosi artisti che avevano invaso le strade di Piazza e Breo con maschere di origami a forma di testa di animale per sensibilizzare sul rispetto della natura; ma anche Freedogs, progetto che era stato realizzato in collaborazione con il canile di San Michele Mondovì, durante il quale alcuni membri del collettivo avevano abitato in canile per tre giorni e tre notti, in silenzio, senza l’ausilio di strumenti elettronici, condividendo gli spazi dei cani con i cani.  

"Alcuni giornali della provincia - dicono gli organizzatori - hanno parlato dell’evento principalmente per la foto di nudo di 50 persone al fiume, pubblicata su diverse testate. Tuttavia, siamo qui per raccontarvi cosa è realmente Hemera, festival che si è tenuto dal 28 agosto al 2 settembre".

L'evento - durato cinque giorni - è stato strutturato in concerti, seminari, talk, performance e laboratori (leggi qui), tra i quali "Nettuno - L'impeto del fiume", che è stato oggetto della fotografia di "nudo" diffusa sul web. Qual era quindi l'obiettivo della performance?

"La nudità, frequentemente utilizzata nel mondo olistico, in un contesto naturale e protetto, non è una scelta estetica o provocatoria, ma un potente strumento di riconnessione con la nostra essenza più autentica. - ci spiegano gli organizzatori - "Spogliarsi dei vestiti significa, simbolicamente, spogliarsi delle maschere sociali, delle aspettative altrui, e delle convenzioni che spesso ci impediscono di sentirci davvero noi stessi. In un ambiente naturale, lontano dagli sguardi giudicanti della società, la nudità ci permette di ristabilire un rapporto diretto con il nostro corpo e con la natura, riscoprendo una forma di libertà che raramente sperimentiamo nella vita quotidiana.

Uno degli obiettivi principali del laboratorio è lavorare sulla vergogna e sull'accettazione di sé. La vergogna è una delle emozioni più debilitanti, spesso alimentata da un'immagine di sé distorta e da un confronto costante con standard irrealistici. Partecipando a questo laboratorio, i partecipanti hanno l'opportunità di esplorare queste emozioni in un contesto sicuro e di condivisione, superando il timore del giudizio e imparando a vedere il proprio corpo per quello che è: un’espressione unica della propria individualità".

"Siamo contenti - spiegano da Teatro Selvaticoche si sia parlato del festival, anche se avremmo voluto che l'attenzione arrivasse per la proposta culturale e non per 'scalpore'. Il nostro festival ha portato 200 persone a Torre Mondovì per cinque giorni, creando una vera e propria comunità transitoria incontratasi per fare cultura, arte e ricerca insieme". 

Il festival Hemera - giunto alla seconda edizione - si è distinto per la sua attenzione all'ambiente, utilizzando biotoilette, saponi ecologici, prodotti locali e biologici, e chiedendo ai partecipanti di portare le proprie stoviglie non monouso. Per la prima volta, il festival ha coinvolto attivamente la cittadinanza e sarà così anche per la prossima edizione, con l'intento di ampliare ulteriormente questo aspetto.

Isacco Caraccio, Francesca Aurilio e il resto del team stanno già lavorando all’edizione 2025, che sarà ancora più integrata nel territorio.

"Anche quest'anno - proseguono gli organizzatori il festival è stato completamente autofinanziato, ma l'auspicio è che in futuro enti privati, fondazioni e istituzioni pubbliche riconoscano il valore di un evento che, pur rivolgendosi a un pubblico ristretto, punta sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Teatro Selvatico, un’associazione formata da amici e artisti che, anno dopo anno, dimostra come l'impossibile possa diventare realtà ed Hemera non è solo un luogo di incontro, ma uno spazio dove persone di tutte le età si ritrovano e, in pochi giorni, si sentono parte di una comunità accogliente, come se fossero a casa".

 

Arianna Pronestì

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