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Eventi | 02 dicembre 2025, 12:58

"Maternità sacra e profana": le opere di Valentino Tamburini in mostra a Cuneo

Dal 5 al 23 dicembre la Sala del Collegio dei Geometri ospita l'esposizione curata da Cerato e Botto nell'ambito della rassegna "I confini del Sacro"

Immagine dalla locandina

Immagine dalla locandina

Sarà inaugurata venerdì 5 dicembre 2025 alle ore 17 la mostra "Maternità sacra e profana" di Valentino Tamburini, un percorso espositivo che indaga le molteplici sfumature del tema materno attraverso la lente dell'arte contemporanea. L'esposizione, curata da Cornelio Cerato e Cesare Botto, troverà spazio presso la Sala del Collegio dei Geometri in Via San Giovanni Bosco 7h a Cuneo.

La mostra si presenta al pubblico come l'undicesimo evento organizzato da grandArte nell'ambito della rassegna "OMG – grandArte 2025-2026 – I confini del Sacro", un ambizioso progetto culturale sostenuto dalla Fondazione CRC e realizzato in collaborazione con Eclectica e il Collegio dei Geometri di Cuneo. La rassegna proporrà una serie di esposizioni d'arte in numerose località dell'intera provincia nel corso del biennio 2025-2026.

Dopo la precedente edizione HELP (Humanity, Ecology, Liberty, Politics) del 2022, gli organizzatori hanno scelto di concentrare l'attenzione su temi legati alla spiritualità, intesa nel senso più ampio del termine. Una scelta controcorrente in tempi dominati dalla secolarizzazione e da una diffusa indifferenza verso le questioni che investono il mondo dell'interiorità, del rapporto con il divino e della dimensione del trascendente.

"Vediamo di restare in ascolto sempre, fino all'ultimo", scrive Sergio Givone nel suo saggio "La ragionevole speranza. Come i filosofi hanno pensato l'aldilà" (Solferino, 2025). È proprio questo l'intento della nuova serie di mostre: dare voce agli artisti che partecipano con le loro meditazioni in forma di immagini, elaborate attraverso le più diverse tecniche espressive, dalla pittura alla fotografia, dalla scultura alle installazioni oggettuali.

Valentino Tamburini, conosciuto come Tambu, si ripresenta al pubblico dei suoi estimatori con un progetto espositivo che invita a un'esperienza di immersione nel suo mondo favolistico senza tempo. Un universo fatto di pietre naturali figurate, manufatti in legno, ferri battuti, alari per camino forgiati in ferro pieno, ferri da cavallo con barbette, verghe di faggio attorcigliate e intrecciate, corde in sisal, corde d'acciaio arrugginite e contorte, filati di cotone, canapa, patchwork di stoffe, cassette metalliche per munizioni, proiettili e cartucce, zappe, chiodi antichi in ferro battuto, bottiglie e vasi di vetro, biglie, palline per bocce, pipette in ceramica della ditta Bonomelli, biberon di primo Novecento in vetro soffiato e molte altre tipologie di materie.

In questa occasione, il pubblico è chiamato a confrontarsi con un tema specifico dell'iconografia cristiana particolarmente caro a Tamburini: quello della Madonna allattante (detta Galaktotrophousa in area bizantina) o Madonna del Latte (Madonna Lactans). Un culto che si diffuse nelle chiese orientali a partire dal VI e VII secolo, diventando molto popolare nell'arte italiana ed europea dal XIV secolo fino all'epoca del Concilio di Trento, che lo ritenne sconveniente e fuorviante per i fedeli.

Tamburini permette così di compiere un affascinante viaggio nel suo modo fantasioso di disporre nello spazio molteplici e ingegnose commistioni di prodotti di recupero, efficaci nella resa iconica e di immediata lettura metaforica, che si richiamano ai migliori esempi di abilità combinatorie delle arti della tradizione popolare.

In dialogo con le creazioni dell'artista, la mostra presenta una cospicua collezione composta da santini d'epoca, incisioni, litografie, dipinti originali e riproduzioni di opere di artisti della pittura gotica, rinascimentale e barocca: una testimonianza della passione di Tambu per l'affettuosità dell'immagine materna di Maria e, più in generale, di quel particolare momento dell'amore filiale che intenerisce i cuori.

Valentino Tamburini (Tambu) è nato nel 1945 a Cuneo. Vive e lavora tra Cuneo e Peveragno, dove possiede una casa di campagna trasformata in studio-laboratorio e rifugio. Qui si ritrova il suo mondo fiabesco allo stato materiale, custodito con cura in ogni stanza.

Ex docente di educazione fisica in istituti superiori cuneesi e animatore estivo, Tamburini ha allestito mostre personali a Cuneo, in particolare presso la Fondazione Casa Delfino, e ha partecipato alla collettiva organizzata a Genova da Artelier Spazio Artistico nel cortile di Palazzo Ducale (ottobre 2011 - gennaio 2012), in occasione del Concorso Internazionale Dumping Art 2011. Dalla discarica al riciclo, biennale dedicata ad artisti che si occupano di arte e riciclo a tutela dell'ambiente.

Il senso del lavoro concettuale di Tamburini risiede nell'azione di recupero di utensili in metallo della civiltà contadina e nella loro trasformazione in composizioni totemiche o installazioni sottoposte a ritocchi pittorici e combinazioni polimateriche a incastro (senza uso di saldature), ideate sul filo di un umorismo intelligente alla Voltaire e di una fantasia effimera, slegata da qualsiasi intenzione commerciale. Il suo unico intento è suscitare curiosità e stimolare l'immaginazione delle persone di ogni età, risvegliandone il senso ludico per i calembours e i risvolti comici della vita.

La mostra sarà visitabile dal 5 al 23 dicembre 2025, con i seguenti orari: venerdì, sabato e domenica dalle 15.30 alle 19, presso la Sala del Collegio dei Geometri, Via San Giovanni Bosco 7h, Cuneo

Ingresso libero.

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