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Eventi | 16 gennaio 2014, 10:42

Aspettando Collissioni con Cecchi Paone, Mario Calabresi e Domenico Quirico

Tra religione e racconto, due incontri da non perdere

Aspettando Collissioni con Cecchi Paone, Mario Calabresi e Domenico Quirico

 Arriva il nuovo anno e ricominciano gli appuntamenti di Aspettando Collisioni che coinvolgeranno, oltre la città di Cherasco, anche quella di Bra. Il primo di tanti appuntamenti vedrà protagonista Alessandro Cecchi Paone, martedì 21 gennaio, ore 21,00 a BRA, nell’auditorium della Fondazione CrBra, in via Principi di Piemonte, 12. Per Alessandro Cecchi Paone la laicità è un metodo, non una religione. E proprio per contrastare ogni forma di ideologia laicista – i cui unici valori non negoziabili sono libertà, fraternità e uguaglianza – ha accettato il confronto con un interlocutore esperto in tematiche religiose per esporre le ragioni della sua scelta di campo su alcuni nodi che animano da tempo il dibattito fra laici e cattolici: libertà di coscienza, autonomia della ricerca scientifica, etica economica, orientamento sessuale, eutanasia, fecondazione assistita, parità di genere.

Una disputa senza esclusione di colpi sulle grandi questioni dell’esistenza e del vivere civile, che secondo il celebre giornalista e divulgatore necessitano di una legislazione più aggiornata ai tempi, libera dalle ingerenze del Vaticano, ma anche di tanti atei-devoti, perbenisti e benpensanti, che difendono la necessità di una religione civile. In sintonia con Papa Francesco, che dalle colonne di Repubblica ha recentemente invitato credenti e non credenti a dialogare in modo aperto e senza preconcetti sulle realtà della fede, questo libro spalanca orizzonti nuovi e traccia piste di ricerca appassionanti.

Venerdì 24 gennaio Aspettando Collisioni prosegue a Cherasco con un ospite d’eccezione, il direttore della Stampa Mario Calabresi, in dialogo con il giornalista Domenico Quirico, per la presentazione del suo ultimo libro, “Ad occhi aperti”. Negli ultimi cinque anni Mario Calabresi ha raccolto una serie di interviste ai più grandi fotografi della  scena internazionale. Il risultato dei suoi incontri è questo libro: un appassionante tuffo nella storia attraverso le immagini e le parole di grandi testimoni che hanno immortalato e vissuto alcuni dei momenti più intensi e drammatici del nostro passato. Con una prosa coinvolgente in grado di restituire la forza e le emozioni dei protagonisti Calabresi porta il lettore in un viaggio affascinante nel tempo, offrendogli contemporaneamente una prospettiva incredibilmente privilegiata: gli occhi di fotoreporter che hanno creato la comune memoria storica. Ecco allora Paul Fusco che racconta i funerali di Bob Kennedy o Josef Koudelka che descrive i primi istanti dell’ingresso dei carri armati a Praga. E poi ancora Steve McCurry, Don McCullin, Elliott Erwitt, Alex Webb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin e Sebastião Salgado. “Cosa potremmo sapere, cosa potremmo immaginare, cosa potremmo ricordare dell’invasione sovietica di Praga se non ci fossero, stampate nei nostri occhi, le immagini di un ‘anonimo fotografo praghese’, che si scoprì poi chiamarsi Josef Koudelka? Quanta giustizia hanno fatto quelle foto, capaci di raccontare al mondo la freschezza e l’idealismo di una primavera di libertà. Ci sono fatti, pezzi di storia, che esistono solo perché c’è una fotografia che li racconta. Un’immagine talmente forte da riuscire a muovere sensibilità e coscienze pubbliche. Penso al giovane Sebastião Salgado che nel 1984 si presenta alla redazione del quotidiano francese Liberation con i suoi scatti in bianco e nero che denunciano gli effetti della carestia in Sahel, un racconto sconvolgente nella sua forza, che obbliga l’Occidente a fermarsi e impone di non voltare la testa dall’altra parte. Salgado apre gli occhi al mondo e tornerà a farlo due anni dopo, rivelando l’immenso formicaio umano di una miniera d’oro a cielo aperto brasiliana, dove la vita e la fatica umana non hanno alcun valore. Queste foto, che hanno plasmato il nostro immaginario collettivo, mi hanno spinto ad andare a cercare i loro autori, per farmi raccontare il momento in cui hanno incontrato la Storia e hanno saputo riconoscerla”-  Mario Calabresi.

c.s.

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