È l’8 marzo e il mondo è diviso tra chi festeggia la giornata dedicata alle donne e chi, invece, coglie l’occasione per riflettere sul perché sia necessario, nel 2019, celebrare la donna, troppo spesso vittima di luoghi comuni, violenza e discriminazione.
Raccontare, oggi, la storia di Emma Sarr ha un significato particolare perché Emma è innanzitutto donna ed è orgogliosamente bella nel suo non rispondere ai canoni tradizionali che vogliono la donna alta, magra, magari bionda e con gli occhi azzurri.
La bellezza di Emma è nella sua pelle colore del cioccolato, nel suo volto sorridente, nei suoi occhi espressivi, nelle sue curve morbide.
Domenica 3 marzo Emma ha sfilato in bikini per il Flash Mob àBODYPOSITIVE più importante in Europa che ha portato in passerella uomini e donne di diversa forma fisica, età, etnia, orientamento sessuale. Accanto a Emma c’erano persone curvy o diversamente abili, o che portavano i segni di una malattia uniti per trasmettere positività e accettazione verso se stessi.
“Ho partecipato a un contest Instagram lanciato dalla modella curvy Laura Brioschi. Chiedevano di inviare una mail con 3 fotografie e un breve testo che mi descrivesse” racconta Emma.
Dopo la partecipazione al contest virtuale, Emma è stata scelta ed è stata chiamata a Milano per partecipare alla sfilata di domenica: “Subito ero emozionata ed eccitata, eravamo in tanti. Quando siamo arrivati in piazza Duomo e ci siamo spogliati ho provato sollievo perché faceva molto caldo. Una volta iniziata la sfilata invece ero molto agitata e alla fine tremavo dall’emozione”. In poche parole Emma racconta un mix di sensazioni provate domenica, ma il pensiero di fondo è quello delle motivazioni che l’hanno spinta a partecipare: “In questi giorni mi è stato chiesto più volte perché ho sfilato in piazza, mostrandomi completamente. Per la maggior parte della mia vita mi sono sentita fuori posto ed inadeguata per svariati motivi; principalmente per il mio colore della pelle e il mio aspetto fisico: essere una ragazza nera a scuola quando in tutto l'istituto eravamo in 3, mi ha sempre portato ed essere la curiosità per i compagni nuovi, ed oltre a quello aggiungendo il fatto che ho sempre amato mangiare, le prese in giro non mancavano. Ho sempre pensato di non poterla superare, invece mi sono buttata a fare una cosa che ho sempre sognato e mai pensato di fare seriamente; ho partecipato ad un programma televisivo, in pasto ai leoni da tastiera per quasi un anno. Troppo nera per partecipare ad un programma di cucina italiano. Troppo grassa per stare in tv. Alla fine della fiera, dopo esserci rimasta male per tutto quello che scrivevano mi sono detta: queste persone non mi conoscono, non valgono nulla per me; perché do peso alle loro parole? In tutto questo l'amore e l'affetto della mia famiglia e dei miei amici mi ha fatto capire che quello che conta in me non sono i miei tratti fisici, ma quello che sono. E sì, ci ho messo 30 anni, ma sono così felice ora, di come sono, di quello che rappresento per me, e sono contenta ed orgogliosa di esserci stata, perché una giornata come la Body Positive Catwalk di Laura Brioschi può rappresentare tanto per un'altra Emma di 13 anni”.
È tornata indietro la 33enne Emma, a quando di anni ne aveva solo 13 e, figlia del primo senegalese diventato cittadino fossanese, spiccava per il colore della sua pelle e per le forme morbide. Ha patito per anni le prese in giro, la discriminazione, l’allontanamento, ma è cresciuta, trasformandosi in una donna orgogliosa e fiera. Ha partecipato alla terza stagione di Masterchef (quella vinta dal torinese Federico in cui aveva spopolato l’irruenza di Rachida) con pacatezza e serietà, pagando, forse, lo scotto di una scarsa aderenza proprio a canoni estetici tradizionali; ha fondato la “Emma’s Little Bakery” creando dolci che sono vere e proprie sculture, ha iniziato a cucire abiti, a lavorato in cucine prestigiose: “Credo che quello che ci deve contraddistinguere sia l’unicità. Mi piace tutto ciò che è fatto in casa, con cura perché per quanto imperfetto sarà sempre unico”.
Continuerebbe a sfilare Emma, a trasmettere alle tredicenni di oggi il valore della positività, del sorriso, dello star bene con se stesse, ma “con più consapevolezza e preparazione”.
Positività, unicità, fierezza. Sono i messaggi che lancia l’atteggiamento nei confronti della vita di Emma Sarr: “Io sono la stessa di sempre. Quello che è cambiato è il mio atteggiamento nei confronti di me stessa e degli altri” ha raccontato Emma alla fine dell’intervista.