"Una società istruita non è più un popolo ubbidiente. Studiare è la chiave per la libertà. Se chiude la scuola si chiudono le bocche e le idee".
Così Enaiatollah Akbari, protagonista del romanzo "Nel mare ci sono i coccodrilli" di Fabio Geda ha commentato la situazione che l'Afghanistan si trova ad affrontare oggi, sotto al pungo dei talebani.
Difficile definire in una sola parola lui e la sua storia. Fuggito dall'Afghanistan quando aveva solo 10 anni, Akbari è diventato un superstite, un testimone, un simbolo di speranza, soprattutto alla luce della situazione che l'Afghanistan si trova a vivere oggi.
Lo scrittore, autore del nuovo libro con Geda "Storia di un figlio. Andata e ritorno" (disponibile autografato presso libreria Confabula, ndr), è giunto in Italia dopo un tragitto lungo, fatto di pericoli e di morte, attraverso Pakistan, Iran, Turchia, Grecia e attualmente vive a Torino.
Questa mattina, martedì 23 novembre, ha incontrato gli studenti del liceo "Vasco-Beccaria-Govone" al cinema Bertola per condividere la sua storia.
A condurre il dialogo con gli studenti, Fabio Dutto, bibliotecario della civica "Ezio Alberione" di Chiusa Pesio, sempre attento ai temi di attualità e alla promozione degli incontri scuola-scrittori.
Tante le domande che gli studenti hanno posto ad Akbari, da quelle più personali a quelle politiche.
Sulla situazione attuale del suo paese di origine spiega:
"Studiare è sempre stato il mio sogno. Ancora di più quando ho dovuto lasciarla. Già vent'anni anni fa i talebani chiudevano le scuole, soprattutto quelle femminili. Tornare sui banchi di scuola a fare una vita da bambino, con l'unico dovere di studiare, è un desiderio che mi è sempre rimasto".
Enaiat, giunto in Italia, nel 2016, si è laureato in Scienze internazionali sviluppo e cooperazione all’Università di Torino con una tesi sul sistema dell’istruzione in Afghanistan.
"I talebani sanno benissimo che un popolo istruito non ha paura. Purtroppo oggi l'Afghanistan è tornato indietro a vent'anni fa. Il mio appello ai giovani è studiate: potersi istruire è un privilegio, non dimenticatelo. Alla vostra età io ero obbligato a lavorare in fabbrica, ricordate che avere scuola e insegnanti è una fortuna".
Sempre accompagnato da Dutto, l'autore ha poi incontrato anche gli studenti delle scuole di Chiusa di Pesio.