“La libertà non è un pass". "Non c’è futuro senza libertà di espressione e di pensiero". "Non potete ostacolare il nostro diritto allo studio”.
Sono alcuni degli slogan esposti da una ventina di studenti di varie classi del liceo Soleri Bertoni di Saluzzo, durante la pacifica protesta andata in scena questa mattina – mercoledì 15 dicembre, prima giornata di obbligo vaccinale per docenti e personale scolastico – davanti alla ex caserma Musso e all’interno del cortile su cui si affaccia l’istituto.
Una manifestazione non autorizzata e per la quale sono intervenuti i Carabinieri del Comando cittadino, che hanno identificato i giovani manifestanti, spiegando come il diritto di esprimere il loro pensiero in luogo pubblico sia regolato da procedure e regole legate a questioni di sicurezza.
Lezione di educazione civica anche da parte della dirigente Alessandra Tugnoli, che ha invitato gli allievi a scrivere un testo sulle motivazione del loro manifestare, da presentare nelle sedi più appropriate.
"Lo scopo di questa azione non è una protesta contro il vaccino, ma una ribellione contro una ingiustizia - si legge nel testo - Una persona con un tampone negativo viene privata di alcune libertà, come un professore che è senza vaccino non può più insegnare.
E’ corretto che in questo periodo di pandemia ci sia un certificato come il green pass – approfondisce il testo -, ma è totalmente ingiusta l’invalidità di un tampone negativo, che priva moltissime persone di un diritto essenziale come il lavoro o lo studio.
Con questa manifestazione vogliamo sostenere chiunque sia stato costretto a sottomettersi di fronte a quest’imposizione o chiunque ancora ora ne stia soffrendo”.
Non siamo contro il vaccino e tra di noi sono presenti anche persone vaccinate, ma siamo contro una privazione della libertà".
I giovani hanno sottolineato il loro disappunto e il fatto di essere solidali con le persone e i docenti che verranno sospesi e che perderanno il lavoro. "Siamo solidali verso i nostri compagni che vengono da lontano, devono prendere il pullman e per farlo devono pagarsi i tamponi. Non tutte le famiglie hanno la disponibilità economica per farlo, due o tre volte la settimana e per ogni figlio. Questo lo troviamo ingiusto, anticostituzionale e antidemocratico".















